Fin da quando è iniziata l’emergenza legata al Coronavirus, nelle varie città italiane si sono
diffuse moltissime iniziative solidali, per soccorrere chi è colpito più duramente dalle
restrizioni economiche cui siamo costretti. Non a caso, le differenze sociali sono state
acuite dall’attuale situazione socio-economica, e in questo modo chi già prima aveva
difficoltà ad andare avanti e a sostenere la propria famiglia, si trova oramai in uno stato di
povertà enorme. Le misure messe in campo dal Governo risultano chiaramente
insufficienti, e là dove aiuti sono stati riconosciuti, essi non ancora raggiunto le tasche
degli italiani, rimanendo mere procedure cui non si è ancora riusciti a dare una risposta.
Dunque per ovviare a tale situazione si è avviata la macchina della solidarietà che nella
città di Napoli ha raggiunto risultati incredibili, superando di gran lunga l’azione
amministrativa e dimostrando che senza realtà come centri sociali e comitati di quartiere,
il welfare non avrebbe sicuramente retto. Basti pensare che, stando agli ultimi dati
trasmessi, il Comune di Napoli ha consegnato circa 1500 pacchi alimentari e ha raccolto
circa 60 000 euro di aiuti, mentre da soli i centri sociali napoletani sono stati in grado di
assistere 1700 famiglie e raccogliere 80 000 euro.
Tra le realtà che la stampa ha messo in evidenza per l’organizzazione e l’efficienza c’è
sicuramente l’Ex Opg Occupato Je so pazz, centro sociale di Materdei, nato nell’ex
ospedale psichiatrico abbandonato 5 anni fa e che da allora mette in campo
quotidianamente attività sociali e gratuite per assistere le fasce più deboli della
popolazione, spesso dimenticate dalle istituzioni. Dopo scuola per bambini, palestra
popolare, scuola di italiano per stranieri, teatro popolare: queste sono solo alcune delle
attività per svolgere le quali ogni giorno decine di persone affollano le mura del centro
sociale, una volta luogo di sopraffazione e dolore. È un luogo che ha visto al suo interno la
nascita di un movimento politico che ha come obiettivo una democrazia reale, fatta di
partecipazione popolare e di pratiche condivise dal basso. E sono proprio gli attivisti di
Potere al popolo che, fin dall’inizio del lockdown hanno deciso di convertire le proprie
energie, di solito utilizzate per pratiche sociali quotidiane, in qualcosa che potesse dare una
mano a chi maggiormente soffre in questo periodo. Così hanno dato avvio ad una raccolta
fondi su produzionidalbasso.com, con la quale sono stati raccolti più di 40 000 euro,
grazie ai quali è stato possibile assistere in maniera continuativa 340 famiglie,
consegnando loro un pacco di alimenti ogni due settimane. Questi sono gli ultimi giorni del
crowfunding e grazie alle donazioni sarà possibile aiutare le famiglie coinvolte ancora per
qualche settimana.
Decine di volontari hanno deciso di dare il proprio contributo,
componendo i tasselli di un enorme catena che parte dalla ricezione delle telefonate, passa
per la spesa e l’assembramento dei pacchi e finisce nelle case dei napoletani, che
ringraziano con un sorriso nascosto dalle mascherine ma con gli occhi lucenti. In questi
anni di attività e ancora oggi in questo periodo di emergenza l’Ex Opg è stato inoltre
affiancato dalla Rete di Solidarietà popolare, realtà nata al suo interno ma che raccoglie –
in una rete appunto- varie iniziative solidali, rivolte soprattutto ai senza fissa dimora e di
recente, anche al Campo rom di Casoria.
Ricevendo le telefonate delle persone che chiedono un aiuto si percepisce facilmente
l’insoddisfazione rispetto alle misure varate a livello governativo, ma anche
amministrativo. Il comune di Napoli si è attivato con molto ritardo e adottando criteri
molto restrittivi per quanto riguardava l’accesso al Bonus spesa, criteri così stringenti da
tagliare fuori gran parte delle persone in stato di povertà e lasciando così che avanzassero 4
milioni di fondi. Anche rispetto a questo gli attivisti dell’Ex Opg Je so pazz hanno deciso di
fare qualcosa di concreto, istituendo uno sportello telefonico di assistenza per la
compilazione delle domande, disponibili solo online. Assistenza telefonica che continuerà
nelle prossime settimane coprendo così anche le domande per i Bonus per le famiglie messi in campo dalla Regione Campania. È chiaro infatti che non tutti coloro che ne hanno diritto hanno gli strumenti necessari per richiedere e accedere a questi servizi.
L’assistenza di questi due mesi ha alla propria base un obiettivo politico preciso e un’idea
di società che va di pari passo con la necessità che i diritti di tutti vengano rispettati e che
non ci sia chi rimane indietro. È questo l’obiettivo del Telefono Rosso, istituito fin
dall’inizio del lockdown con l’obiettivo di assistere quei lavoratori che in questo periodo
siano in difficoltà, abbiano bisogno di conoscere i loro diritti o denunciare le loro
condizioni lavorative.
La costruzione di una società migliore va infatti oltre il mero assistenzialismo ed è necessario che ognuno faccia la propria parte.
Giusy Santella