Che bella la classica ironia napoletana, i manifesti delle associazioni con scritto strunz’ e quelle dei partiti coi detti antichi, i video in cui viene snocciolata l’ironia e la saggezza napoletana; quelli che pizza, sole e mandolino, eravamo una capitale, mo’ siamo una fogna; quelli che vogliono il regno delle due Sicilie o comunque un re, insomma un movimento trasversale che pervade giovani, dentro e fuori, che pensa di portare Napoli nel terzo millennio con la sola forza della storia accompagnata da una risata figlia
della nostra ironia; un movimenti che ha come icone Totò, che urla la sua antipolitica nel megafono nell’interesse di Lauro, e Maradona col tatuaggio di Che Guevara, il sigaro, il capello lercio di sudore e i denti sbiancati dalla cocaina che si burla del fisco. Tripudiate dunque, la nuova crociata della nuova vecchia Napoli è partita ed ha deciso di esiliare le invadenti patatine
fritte.
Si proprio quelle che con la divisa dell’esercito olandese hanno dichiarato guerra invadendo la città ed ora dovrà fronteggiare un esercito di zeppole, panzarotti, ciurilli e frittatine.
La battaglia, ahimé, non è salutista ma volgarmente identitaria. Anni fa fummo invasi da McDonald simbolo del junkfood e la cultura della pizza non è certo tramontata e non sarebbe stato possibile altrimenti, la dieta mediterranea, infatti, è la migliore al mondo e la pizza la esportiamo in giro per il mondo con grande successo da oltre un secolo.
A Napoli il mercato ha relegato McDonald in poche location ed è giusto che sia così. Tralasciando l’aspetto discriminatorio di svilire ingenti investimenti che offrono opportunità di fare lavoro e impresa sul nostro territorio, la questione delle patine è però profondamente diversamente dal duello Pizza-McDonald, innanzitutto, sotto il profilo gastronomico trattasi di uno spuntino
e non di un pasto, ed in quanto tale ritengo che di patatine in busta ne consumiamo, abusandone, da tempo; le patatine vengono dall’Olanda ed in quanto prodotto Made in UE, considerarle un’invasione straniera dimostra quanto l’orgoglio identitario della nostra cultura dei detti antichi, pizza, mandolino, re e briganti ci stia tenendo fuori da un Europa che va da tutt’altra parte (siamo infatti con l’Olanda, e non solo, un unico mercato), inoltre, come già per pizza vs McDonald, un po’ di sana concorrenza non può che
giovare ai frittaiuoli napoletani.
Occhio, però, eccedere con la frittura di strada fa male, ed anche sotto quest’aspetto dalla concorrenza dell’igienicisissima friggitoria olandese le friggitorie napoletane prendano spunto per migliorare offerta e qualità dei prodotti senza ammorbarci con la logica cultural mendicante da XIX, insieme alla pletora delle associazioni identitarie e ai modelli di un passato che non ci ha dato lustro a sufficienza, trovino la loro collocazione nel XXI secolo, c’è spazio a sufficienza ed un ruolo centrale nella civiltà europea da svolgere
in quanto punto d’accesso naturale, storico e principale sul mar mediterraneo.
Come ultimo pensiero è doveroso da parte di chi scrive dire dove si ferma il “predicare” e dove il “razzolare”, ho assaggiato un solo cono di patatine olandesi smezzandolo con mia sorella solo una settimana fa, perché non c’era la fila fuori, e pur essendo rimasto colpito dall’ambiente pulito della friggitoria non sono rimasto entusiasta di quel che ho mangiato.