Ancora incerta la possibile ripresa del campionato di Serie A, in stand by dallo scorso 8 marzo, dopo la
vittoria della Juventus sui nerazzurri di Antonio Conte. Diverse sono state le questioni affrontate negli
ultimi giorni, tra cui il protocollo sanitario che il calcio italiano dovrà adottare, in accordo con il CTS, in
caso di approvazione del fischio d’inizio da parte del governo: squadre e membri degli staff in ritiro 15
giorni prima del presunto via (in concomitanza con il 18 maggio, giorno d’inizio degli allenamenti di gruppo) e ad eventuale positività di un giocatore, quarantena di 14 giorni per tutto il team.
Strada ancora in salita per il ritorno in campo, su cui preme fortemente la Federcalcio italiana, in particolar modo il presidente Gravina, che reputa l’ipotesi di chiusura del campionato un disastro socio-
economico. Si attende per l’incontro decisivo con il premier Conte.
Nel frattempo la Lega di Serie A ha già indicato la data della possibile ripartenza del campionato: 13
giugno (in alternativa il 20 giugno), con un andamento di circa una partita ogni 3-4 giorni fino alla
conclusione, prevista per il 2 agosto e rigorosamente a porte chiuse. Ennesima ipotesi, ma di certo una
notizia che rincuora la maggior parte delle società favorevoli al recupero della stagione, nonostante i
dissensi inizialmente mostrati da squadre come Genoa, Torino, Udinese, Brescia, Spal, Parma, Sampdoria
e Fiorentina. Tra i guastafeste contrari alla ripresa, l’ex allenatore del Pescara, Zdenek Zeman, dichiara:
“Per me si dovrebbe ripartire solo quando tutto diventa chiaro, e oggi non lo è. Tutti aspettano le scelte
del governo sul calcio. Ma non è il governo a decidere, è il virus. E se non se ne va, per me non ha senso
ricominciare. Il calcio è un’industria particolare perché genera più debiti che ricavi. Vale la pena
rischiare per limitare i debiti?”.
Continua dunque il lavoro da parte della Federcalcio italiana per ottenere l’ok da parte del governo, messo
a dura prova dalle parole del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che frena un probabile eccesso
d’entusiasmo: “Il campionato di calcio riprenderà, se riprenderà, solo se saranno state adempiute una
serie di misure, ovvero misure di sicurezza e il protocollo. La sottovalutazione ha portato alla quarantena
per molte squadre, vogliamo evitare situazioni di questo genere”.
Intanto continuano gli allenamenti individuali facoltativi per il Napoli, iniziati il 10 maggio e distribuiti in
sessioni alterne, come da protocollo di sicurezza.
A cura di Maria Pia Russo