In questo periodo, l’informazione e l’intrattenimento attraverso la televisione sono diventati fondamentali, quasi vitali. Il numero di persone davanti alla tv è aumentato e di conseguenza dovrebbe godere di maggiore attenzione anche quell’ interstizio fondamentale che alterna e spesso interrompe la lettura e la visione delle notizie, dei film, delle fiction e degli show, ovvero la pubblicità.
Purtroppo non è così perché, “l’attenzione”, è meno focalizzata verso gli annunci, specialmente se si tratta di prodotti e servizi non di prima necessità e non di beni per fare fronte all’emergenza. Con la crisi economica che sta creando e accentuando questo virus, c’è l’impossibilità di acquistare il superfluo per tante persone che hanno perso uno stipendio fisso e sembrano quasi ridicoli, quasi un insulto al buon senso, alcuni spot pubblicitari.
Proprio per questo motivo, alcuni investimenti pubblicitari sono stati bloccati come ad esempio quelli del settore viaggi e turismo e quelli del settore automobilistico. Ogni brand, però, ha dato la propria risposta e infatti c’è anche chi ha deciso solo di modificarle e chi invece ha mantenuto la linea seguita già in precedenza. Crodino, per esempio, l’aperitivo analcolico, ha continuato a proporre lo spot realizzato in un periodo pre-coronavirus dove il testimonial gorilla invita tutti ad abbracciarci, e nel periodo del “metro di distanza” risulta un po’ straniante.
Dal 4 maggio, con l’inizio della fase 2, la pubblicità è variata nuovamente con spot che invitano all’ottimismo e alla speranza, ma facendo sempre leva sempre sul suggerimento di resistere a questo virus attraverso l’ormai famoso slogan “andrà tutto bene”.
Per esempio, il nuovo spot Scavolini, vede al centro della narrazione la casa, la quale racconta l’intensità di ciò che le persone stanno vivendo in questo particolare periodo. La voce che accompagna le scene ci racconta frammenti di vita reale, momenti di condivisione quotidiana vissuti nella propria casa che, oggi più che mai, rappresenta un luogo sicuro e di protezione. Per finire, uno sguardo al futuro con la consapevolezza che “non può esistere un mondo lì fuori senza la tua casa dentro”.
Anche Ikea ha realizzato un nuovo spot per la seconda fase lanciando il messaggio che anche se il mondo fuori era in pausa, loro sono andati avanti e oggi sono pronti a ripartire, da casa, dove la vita non si è mai fermata.
Troppa positività, speranza e unione? Purtroppo non c’era altro modo, da parte delle campagne pubblicitarie, per affrontare questa pandemia. Un modo che è stato molto apprezzato dai consumatori ma che allo stesso tempo ha accentuato in loro un aspetto nostalgico sia del passato, sia del presente ma anche del futuro.
Emanuela Ribatti