Sarà stata pure la cronaca di una vittoria annunciata, ma vedere Francesco Piccolo vincere il Premio Strega 2014 ha comunque il suo fascino.
E in quest’estate non era certo la prima volta che si vedeva lo scrittore casertano ricevere un premio. Nella sua qualità di sceneggiatore cinematografico, Piccolo negli ultimi mesi ha fatto incetta di premi. Ma lo Strega è lo Strega. Ha un suo fascino, una sua grande storia. Con il suo barbone bianco, da ex ragazzo scanzonato, Francesco Piccolo si è guadagnato (e bevuto) la bottiglia di Strega esibendo uno dei suoi migliori sorrisi. Certo il libro “Il desiderio di essere come tutti” è una divertente e irridente autobiografia, dove la sua città, Caserta appunto, ha un ruolo da protagonista.
La bravura di Piccolo sta proprio nel confezionare storie apparentemente normali intrise però di un fascino surreale. E divertono le sue storie, anche se a volte esprimono condizioni non felici o comunque un disagio generazionale. La sua narrazione permette a tutta una fascia anagrafica di identificarsi nei personaggi e nelle situazioni, di immedesimarsi e di riconoscersi negli avvenimenti e nelle situazioni. Il romanzo di Piccolo, tra il politico e il personale, diventa una sorta di opera corale, la testimonianza di un disagio epocale. Piace ed è coinvolgente, è un invito alla partecipazione. Ecco perché quella bottiglia di Strega nelle mani di Francesco Piccolo è sembrata ai più la conclusione normale, l’epilogo più sentimentale ma anche più razionale.