Così come i calciatori anche gli arbitri attendono la data di ripartenza per la Serie A in modo da prepararsi: Nicola Rizzoli pensa ad un ritrovo a Coverciano una settimana prima del re-start per allenamenti e controlli medici da protocolli. E poi le novità in campo, come la distanza da mantenere tra giocatori e arbitro in fase di proteste: “Si potrà dialogare tranquillamente avendo rispetto per il direttore di gara: quindi confronto tra due persone, non uno contro quattro. Il rispetto parte proprio dalla distanza”.
Il designatore arbitrale, intervistato in esclusiva da Simone Malagutti per SportMediaset, spiega cosa cambierà dopo la pandemia: “Nella sala VAR ci saranno solo tre figure invece di quattro, così aumenteranno le distanze interpersonali. All’interno della cabina di regia, distanziati da plexiglass e con guanti e mascherine, ci saranno VAR, AVAR e operatore mentre lo spotter, che comunicava con la regia, rimarrà all’esterno”.
Un altro punto riguarda le trasferte che, quando possibili, saranno fatte in giornata ma sempre salvaguardando i criteri di designazione: “La priorità è avere l’arbitro giusto per la partita giusta anche se dovremo tenere in conto di come arriveranno allo stadio”.
L’idea di far parlare gli arbitri per spiegare le decisioni prese in campo non è abbandonata ma rimangono perplessità: “Se poi le parole vengono travisate, allora questo non favorisce l’apertura delle comunicazioni”. Rizzoli si riferisce alla frase sugli “arbitri permalosi” che era stata male interpretata da alcuni.
Infine, un veloce accenno alle polemiche su Inter-Juve del 2018 dopo le parole di Pecoraro: “Non ho niente da dire se non che Orsato è un arbitro di grandissimo spessore”.