In quattro Regioni – Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte – gli oratori si preparano a riaprire. La Cei, secondo Tgcom, sulla scorta degli input del governo e in vista dell’estate in cui riaprire le porte a bambini e adolescenti, ha fissato dei punti-chiave: obbligo di attenersi ai protocolli di sicurezza sanitaria; responsabilità dei Comuni, che devono autorizzare i progetti “in accordo con le autorità sanitarie”; piccoli gruppi (da 5 a 10 ragazzi, in base all’età) per lo svolgimento delle attività, con rotazioni di orari e nell’uso di spazi; ricerca di luoghi diversi dal solito, una sorta di “oratorio arcipelago”. I ragazzi saranno accompagnati da adulti, che potranno essere volontari ma “opportunamente formati”.
Sottolineata anche l’integrazione di ragazzi disabili, con modi studiati caso per caso. Per gite ed escursioni, la Cei indica due formule ripescate dalla tradizione, le uscite in bicicletta o i cammini a piedi, le più adatte al momento.
La certificazione delle attività è compito dei Comuni e contempla l’utilizzo di mascherine, guanti, igienizzanti, materiale per il triage, con conseguenti costi che però “possono essere coperti dai fondi messi a disposizione dal governo”. Ampia, infine, la valutazione dei contenuti formativi delle attività, che si avvarranno di “un uso più sapiente della tecnologia” – in continuazione con la “tele-didattica” – mentre anche gli approfondimenti sulla pandemia da Covid-19 potranno essere “uno dei temi del percorso educativo e formativo”.
Dalla Cei si apprende che la riapertura non sarà generalizzata perché tutto passa a livello regionale. E lo stesso documento preparato dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile – “Aperto per ferie 2”: dalle linee guida del Governo alla progettazione nei territori – spiega che il testo va declinato a seconda delle decisioni regionali.
È online da lunedì il sito “Aperto per ferie”, spazio web a cura del Servizio nazionale per la pastorale giovanile che offre “materiale a sostegno delle iniziative estive organizzate da oratori e parrocchie”, che tiene conto dei progetti già pubblicati dalla Cei, in collaborazione con le associazioni, alla luce anche di quanto stabilito dal Dipartimento per le politiche della famiglia nelle “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza Covid 19”.
Il sussidio è trasmesso alle diocesi e ai rispettivi responsabili con la prescrizione “di valutare le diverse possibilità nei propri territori, tenendo aperto il dialogo con le istituzioni ecclesiali e civili”. Il suggerimento è quindi di porsi in dialogo con tutti gli enti del territorio nonché con le Regioni, che proprio in questa fase stanno stilando, tramite appositi tavoli di lavoro, le linee guida per i centri estivi, prevedendo – aspetto fondamentale – anche le risorse economiche.