Se la proposta di Bruxelles avrà successo l’Eurozona ripartirà con un piano da 1850 miliardi di euro:
- 750 attraverso un Recovery Fund da 500 miliardi di sussidi a fondo perduto (all’Italia ne andrebbero 82) e 250 miliardi di prestiti (all’Italia ne spetterebbero 90) da ripagare tra il 2028 e il 2058;
- gli altri 1.100 rivenienti dal bilancio pluriennale 2021-2027 e destinati ad investimenti pubblici e privati, nonché al rafforzamento della sanità in vista di future potenziali crisi.
A parte i “niet” di Olanda e Austria e i mal di pancia di Svezia e Danimarca, per il nostro Paese sarebbe un’occasione da non sprecare facendo attenzione a come spendere questi quattrini.
Ma dietro la proposta c’è ben altro.
C’è finalmente un’idea di Europa coesa e solidale; c’è la consapevolezza di agire nel nome di una nuova sovranità di bilancio europea; c’è la volontà franco-tedesca di creare un quarto quadrante mondiale che regga alle pretese egemoniche russe, cinesi e americane.
Altro che tramonto del sogno unitario. Potrebbe essere l’alba di un’Europa politica.