Washington, Durante una conferenza stampa è stata annunciata la rottura totale delle relazioni con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). «Oggi interromperemo il nostro rapporto con l’Oms e reindirizzeremo quei fondi ad altre necessità sanitarie urgenti e meritevoli a livello mondiale».
Queste le parole pronunciate da Donald Trump. Il 18 maggio Trump, aveva minacciato la sospensione definitiva dei finanziamenti Usa all’Oms qualora questa non avesse apportato, entro 30 giorni, miglioramenti e riforme sostanziali proposti dagli USA. Una decisione che arriva mentre il Paese è attanagliato ancora dalla morsa del COVID-19 che da qualche giorno è ritornato a superare la soglia dei mille morti al giorno. La crisi tra gli States e l’OMS, è iniziata già a metà aprile, il presidente Usa, in quella circostanza, aveva sollevato forti perplessità sull’operato dell’Agenzia ONU, giudicandola non all’altezza nella gestione della pandemia del nuovo coronavirus, nascondendone la reale portata nelle sue fasi iniziali quando si è sviluppata in Cina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha assicurato di aver prontamente messo in guardia sulla gravità del covid-19 già a gennaio, dichiarando l’emergenza internazionale il 30 di quel mese, quando oltre il 90 per cento dei casi era ancora concentrato esclusivamente nel territorio cinese. Trump, ha motivato la definitiva rottura, in anticipo sulla scadenza dell’ultimatum di 30 giorni, affermando che: «l’Oms non ha prodotto le dovute risposte sulle proposte degli Stati Uniti». Dalla Casa Bianca non sono giunti ulteriori dettagli, ma, con tutta probabilità, la decisione di Trump significherà la sospensione definitiva del contributo Usa all’Organizzazione Mondiale della Sanità. La cifra che viene stanziata all’OMS, si aggira tra i 400 e i 500 milioni di dollari all’anno, circa il 15 per cento del budget annuale dell’OMS, che in questo caso, se non dovessero esserci ripensamenti da parte degli USA, perderebbe il suo principale contribuente.
A cura di Raffaele Fattopace