Dopo le vicende che hanno portato la città di Avellino alla ribalta nazionale, ci si aspettava un maggiore senso di responsabilità da parte dei giovani, ma nulla è cambiato: la redazione di Linkabile, ha approfondito la vicenda, con un servizio di Anna Pavarese.
La movida, quest’ultimo weekend senza calcio e orfana della presenza del primo cittadino irpino che tanto ha fatto indignare, la scorsa settimana, gli organi di stampa nazionali, continua nel suo atteggiamento di non curanza delle direttive ministeriali, come se l’emergenza Coronavirus fosse già un lontano e terribile ricordo.
Assembramenti pericolosi si sono registrati ieri a Corso Vittorio Emanuele e a Via De Conciliis, luogo simbolo della vita notturna avellinese che, con un’ordinanza diramata nei giorni precedenti dal sindaco Gianluca Festa, è stata esclusa dalle aree dove, nei giorni 5 e 6 giugno, vigeva il divieto di circolazione, tenendo conto dei disordini verificatisi lo scorso sabato.
Il proprietario di uno storico locale avellinese ha dichiarato:” Poca polizia in questa zona, noi ci stiamo lentamente riprendendo ma ovviamente non raggiungiamo i guadagni dello scorso anno, possiamo solo continuare ad osservare le norme di sicurezza per uscire da questo buio periodo, nella mia attività non si entra senza mascherina”.
Tra i ragazzi c’è addirittura chi sostiene che, dopo la quarantena obbligatoria a cui tutti noi siamo stati sottoposti, la folla si sia addirittura moltiplicata, paragonandola a quella che di solito si registra nei giorni festivi.
Controllato invece, grazie alle volanti poste per garantire l’ordine pubblico, il riversamento dei ragazzi a Viale Italia e in Via Tuoro Cappuccini, anche se, notoriamente, l’afflusso dei cittadini in quest’ultima zona citata, si registra soprattutto il venerdì sera.
Ciò che fa paura è il senso di immortalità della nuova generazione, non curante della grave situazione sanitaria ed economica in cui, purtroppo, riversa ancora il nostro Paese; le conseguenze dell’incuranza e della leggerezza adolescenziale potrebbero essere cruciali per il rialzo della curva dei contagi.
Siamo tenuti ad affrontare una nuova normalità, osservando i dettami del distanziamento sociale.
La battaglia contro il virus non è giunta al capitolo finale.
A cura di Anna Pavarese