“Siamo svuotati anche noi, nel senso che siamo fermi. Abbiamo fatto due puntate delle Iene senza pubblico, diciamo il nostro è un programma che può farsi anche senza studio ma sicuramente non è lo stesso effetto. L’ultima volta che siamo andati in onda era forse fine febbraio, io non ho avuto ancora modo di toccare con mano “la nuova televisione”.
Queste le parole di Marco Santin ospite di “Dritto al Punto”, il format condotto dal giornalista Oscar De Simone, in onda ogni domenica su Canale 9, con il conduttore nonché componente della Gialappa’s band, si è discusso dell’emergenza coronavirus che non risparmiato nessuno, nemmeno chi la Tv la vive e la fa tutti i giorni. Un momento di confronto e dibattito arricchito dalla scheda di Alessandra Martino.
“Credo che le interviste tramite skype, ormai diventate di consuetudine, possano continuare anche una volta tornati negli studi. Noi nel 92, con Mai dire gol già usavamo una metodologia del genere. Intervistavamo i calciatori da casa. Sono mezzi che ci sono sempre stati ma sfruttati veramente poco.”
Santin ha scritto pagine della storia della televisione e ha raccontato: “Sono tanti i programmi che porto nel cuore, in modo particolare Mai dire Banzai, perché è stato il nostro primo programma. Ci hanno conosciuto con Mai dire Banzai, ma sicuramente anche Mai dire Gol, Mai dire Grande Fratello è stata una mia idea, l’abbiamo proposta a Mediaset come esperimento. Ma anche i programmi in Rai porto nel cuore, da Milano-Roma a Mai dire news. Ecco Mai dire news era già un programma “moderno”, noi usavamo molto i social.”
“Oggi è più facile trovare “talenti” grazie ai social, sicuramente alcuni devono essere sgrezzati ma ce ne sono tanti. In fondo i comici devono far ridere, oggi è più semplice perché i social possono essere una palestra. Cosa che prima non c’era”.
Non è mancato anche il commento durante la puntata dell’attore Francesco Paolantoni: “Noi non ricordiamo proprio dalla storia tempi e momenti come questo. La conseguenza è grave per la tv e per chi fa televisione. Io credo e mi auguro che tra settembre e ottobre si possa tornare alla normalità. Alcuni programmi senza pubblico credo perdano di spirito”
“Ci troviamo in un momento di sospensione. Il problema dei nuovi programmi è che i nuovi comici non hanno esperienza. Loro sono cresciuti direttamente davanti ad una telecamera di conseguenza manca quell’originalità.”