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Corso, il “piede sinistro di Dio”

Lo disse Gyula Mándi, commissario tecnico della nazionale israeliana, dopo avere perso contro l’Italia: “Siamo stati bravi, ma ci ha battuti il piede sinistro di Dio”. Era il 15 ottobre 1961, il piede divino che aveva castigato Israele era quello Mario Corso. Oggi il calcio è in lutto per la scomparsa di uno dei suoi più grandi talenti del passato. Mario Corso, fenomenale mancino della Grande Inter campione euromondiale negli anni Sessanta è morto dopo essere stato ricoverato alcuni giorni fa in ospedale.. Corso avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 25 agosto.

Con l’Inter giocò sedici stagioni consecutive, dal 1957 al ’73, per poi finire la carriera con la maglia del Genoa. In nerazzurro ha segnato 95 reti in 509 partite, vincendo quattro campionati, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. All’Inter è tornato anche come allenatore, per una stagione appena, nel 1985-1986.

Massimo Moratti si commuove ricordando Corso: “Mario era l’unico calciatore che Pelè dichiaratamente avrebbe voluto nel suo Brasile: questo per far capire ai giovani la portata della classe del mio amico” ha detto all’Ansa l’ex presidente dell’Inter: “Era il mio preferito della Grande Inter, ma anche mio padre lo adorava, e lui rimase sempre vicino alla nostra famiglia. Tecnica sopraffina, gioco in controtempo, le punizioni cosiddette ‘a foglia morta – conclude Moratti- era un piacere vederlo giocare…”.

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