Qui ed ora

Un viaggio a Scampia tra le associazioni che operano per la Pace e per i giovani

(Tratto dall’ultimo numero della rivista Link)

 

Conoscere e raccontare la vita di queste associazioni e dello sport che vince è un modo per parlare della grande parte di persone che vivono e lottano per un quartiere diverso.

Tutto inizia tra il giovedì ed il venerdì. Sembra una gara di solidarietà, solo che non ha vincitori che si fregiano di una medaglia o una coppa. Come ogni settimana il panettiere c’è, la frutta anche e le signore che cucinano faranno trovare tutto pronto. Venerdì sera si inizia, sabato alle 5 si passa a prendere il pane così per le 7 si sta alle rotonde. Scampia, Arzano e Casavatore. Aspettano quasi in 200 e loro di Scampia pronti con altrettanti sacchetti simili a quelli di una gita fuori porta. Dentro c’è un panino, la frutta, il dolce, la bibita e, d’inverno, anche un bicchiere di latte caldo. Quei 200 sono i giovani di colore, gli “extracomunitari” tanto odiati, quelli del “rispediamoli a casa”, quelli che vengono dal CIE o CPT, quelli che se non ci fossero, non si saprebbe a chi affidare tanti lavori ad una paga da schiavi.

È una delle tante storie belle che riguardano Scampia, raccontata da Gabriella Pugliese che da anni opera sul territorio. «La Comunità di Sant’Egidio, associazione di cui sono referente, è presente da più di 35 anni, prima che nascesse il quartiere, quando la zona era utilizzata ancora da pastori». Di storie da raccontare ne ha tante, comprese l’evoluzione e l’involuzione di questa parte dell’VIII Municipalità di Napoli. «Lavoriamo vicino alla piazza dei grandi eventi, nel cuore di Scampia. Siamo in quella torre bianca dove ci sono locali che durante tutta la settimana accolgono tantissima gente». Tra le persone che varcano la porta di quella torre ci sono i bambini, tanti, di Scampia e dei campi rom che vanno alla Scuola della Pace. «È una scuola di amicizia e di pace, che contrasta con la scuola della violenza nella quale, purtroppo, crescono tanti bambini», dice Gabriella. «Non si studia solamente ma si impara a stare insieme, a convivere, a rispettare e conoscersi, affrontando anche tanti temi di attualità. I bambini di Scampia e quelli dei campi rom passano i loro pomeriggio insieme, diventano amici e aiutano così anche gli adulti a superare quel pregiudizio a priori che hanno verso i rom. Poi passano le vacanze insieme, quelle che organizziamo nel periodo estivo. Per circa 10 giorni li portiamo in vacanza, ovviamente gratis».

Poi c’è il laboratorio di pittura dove i ragazzi disabili dipingono, imparano tecniche nuove e trovano il modo per esternare pensieri e sentimenti. «Ogni anno partecipano alla mostra “Abbasso il grigio” a Roma, con alcuni quadri che sono delle opere d’arte. Molte opere sono vendute ed il ricavato va in progetti per la comunità africana».

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