«Non si può continuare a diffamare la Mozzarella di Bufala Campana Dop che è il prodotto più controllato del mondo». È categorico Antonio Lucisano direttore del Consorzio di Mozzarella di Bufala Campana Dop che incontriamo a margine di una tavola rotonda sull’Agro alimentare, tra rischi e occasioni.
Direttore Lucisano, perché si continua ancora a speculare sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop?
«Perché non si riesce a capire la differenza tra la filiera certificata e tutto il sottobosco di prodotto che invece non è normato ovvero non è sottoposto al rigoroso disciplinare che noi abbiamo. Di conseguenza tutte le volte che si parla di semilavorato o di materie prime che arrivano da fuori si imputa tutto ciò alla Mozzarella di Bufala Campana Dop. Ma non è così! Vero è che i 20 mila controlli nel corso dell’anno che questa filiera subisce dimostrano che non esiste un solo caso che confermi queste illazioni».
Allora dove è il problema?
«Noi stiamo disperatamente cercando di far capire che il vero problema sta nel tracciare cosa avviene al di fuori della filiera che è invece libera di fare ciò che vuole, ma sempre facendo chiarezza. Non si può continuare a diffamare questo prodotto che è sicuramente quello più controllato del mondo. Mi piace sottolineare che l’Italia è il Paese che fa più controlli sull’agroalimentare e la Campania è di gran lunga la regione più controllata. La Mozzarella di Bufala Campana Dop ha un piano di controlli doppi rispetto a qualsiasi altro formaggio o salume italiano».
Lei è molto arrabbiato?
«Certo! Dobbiamo smetterla di diffamare questo prodotto perché in questo modo ci facciamo del male e, inoltre, le 15 mila persone che lavorano nella filiera della Dop non meritano questo trattamento. Non solo, dunque, per salvaguardare il loro posto di lavoro, ma anche per rispettare tutto quello che si fa. Ci sono disciplinari molto rigidi e controlli estremamente severi e noi siamo i primi a volere che tutto sia chiaro e pulito. Abbiamo bisogno di una mano per raggiungere questi risultati e non di situazioni che remano contro».
Direttore, ci dica la verità, il nostro Oro Bianco è così facilmente “riproducibile”?
«Per fortuna devo dire che il prodotto campano autentico non riesce ad essere uguagliato dai prodotti fatti in Nord Italia o all’estero. Però non c’è dubbio che più avanti andiamo e l’innovazione aiuterà sempre di più gli altri ad avvicinarsi a noi. Bisogna dunque svegliarsi, innovandoci e andando avanti migliorando la qualità del nostro prodotto. Quindi, ce la dobbiamo mettere tutta all’interno e all’esterno della filiera. In altro modo non possiamo farcela, ne sono convinto!».