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L’analisi di Corbo: “C’è anche tanto di buono in un Napoli da riesaminare”

Il Napoli sale fino a Bergamo per spingere l’Atalanta ancora più in alto. I dodici punti di vantaggio diventano 15. E ci sono tutti tra una squadra che gioca meglio nel primo tempo, ma si sfalda nei minuti fatali, dopo meno di un’ora, come tante che si erano illuse di aver disinnescato i micidiali congegni della più interessante formazione italiana, in questa stagione sconnessa dall’emergenza virus, ancora a galla nei quarti di Champions, irresistibile nella fase cruciale della ripresa, quando l’Atalanta all’improvviso mostra una riserva di potenza, qualcosa di inatteso e rovente, un rombo da turbo che chiude la partita.

Due sberle. Accade tutto nei minuti 47 e 55. Due scene di profondo sconforto per il Napoli che si fa trovare con una difesa scomposta, tutti fuori posizione e sempre libero l’atalantino che segna: Pasalic e Gosens. Una follia che si ripete. Come agitare due bandiere di resa: l’onesto Gattuso sul 2-0 dell’Atalanta ritira un evanescente Mertens e Insigne, fino a quel momento caparbio, attivo, disperato sulla sinistra. Ma che senso aveva chiedere al capitano un altro dispendio di idee ed energie, se già domenica il Napoli torna in campo? Già, la Roma propone l’ultimo obiettivo: il quinto posto in un finale ancora concitato, giusto un mese con 9 partite. La Coppa Italia, strappata proprio alla Juve, lascia per fortuna un fascio di luci in questo buio inverno 2020.

Qualcosa di importante però si scopre Bergamo, dove nell’analisi tecnica non si può trascurare l’eccellente preparazione atletica della poderosa e al tempo stesso scattante formazione di Gasperini. È uno dei suoi meriti meno riconosciuti: nella Juventus di Lippi, Ancelotti e Moggi conobbe Jens Bangsbo, professorone dell’università di Copenaghen, due lauree una in matematica e l’altra in scienze motorie, anche una cattedra universitaria. Gattuso dice che la difesa chiacchierava ed i due gol se li è fatti sa soli. È ancora molto irritato. Uomo di amore e coraggio, la sua ira dà un altro tratto di dolente umanità alla sua infelice serata, ma Gattuso è uomo di calcio, e riguardando l’azione dei due gol dovrà accorgersi di due sbandate, la squadra si è sgretolata, disunita, slabbrata per le accelerazioni atalantine inattese, improvvise, accecanti. Questa dote atletica che all’Atalanta dà qualcosa in più, su questo stesso campo fu ribaltata persino la Lazio, da 0-2 a 3-2 , uno choc che avrebbe molto rallentato la corsa scudetto dell’unica anti-Juve. Prima Gomez sulla destra, poi il tandem Toloi-e Castagne hanno creato i gol firmati poi da Pasalic e Gosens. Da rilevare che le due azioni coincidono con l’improvvisa superiorità della catena di destra atalantina, dopo che nel primo tempo il Napoli aveva retto bene su quella fascia, subendo invece sulla sua destra per la insufficiente partecipazione di Politano e Di Lorenzo. Davvero questa è la squadra del futuro all’80%? Bergamo riduce l’ottimismo di Gattuso, mettendo sotto esame Mertens, che non può essere da solo il bomber dell’avvenire, Maksimovic ha patito Zapata, il celebrato Demme ha rincorso Gomez finendone ostaggio, Gomez è il regista della svolta. Esce tra i grandi sconfitti. In controluce un puntiglioso Lozano ed un piccolo superman, Zielinski. C’è anche tanto di buono in un Napoli da riesaminare.

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