Con un decreto interministeriale, sottoscritto dai ministri dell’Agricoltura, Sviluppo economico e Salute oggi all’Assemblea Coldiretti in corso a Roma, arriva il via libera all’etichetta con l’indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e culatello “per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana” ha annunciato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della firma del decreto interministeriale all’Assemblea a Roma, tra gli applausi dei dirigenti dell’organizzazione agricola storicamente impegnata sull’origine degli alimenti in Italia ed in Europa. A garantire il distanziamento sociale e la sicurezza dei ministri presenti insieme a Prandini sul palco, stamani Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli mentre nel primo pomeriggio è atteso Roberto Speranza, due maxi-mortadelle della lunghezza di tre metri.
“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Prandini nel sottolineare che il 93% dei cittadini che ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti, secondo l’indagine online del ministero delle Politiche agricole.
Il decreto nazionale interministeriale introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate, dopo che ha avuto il nulla osta da parte della Commissione Europea, per garantire trasparenza nelle scelte ai 35 milioni di italiani che almeno ogni settimana portano in tavola salumi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale. “La norcineria – conclude la Coldiretti – è un settore di punta dell’agroalimentare nazionale che contribuisce al prestigio del made in Italy nel mondo grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi”.