Durante la lunga giornata di ieri, il Partito Democratico ha ritrovato l’unità eleggendo Stefano Graziano come suo presidente e la classe dirigente regionale, dopo mesi dal congresso che aveva eletto la Tartaglione segretaria in Campania. La mancanza di una forte dirigenza regionale, probabilmente, ha pesato anche sul recente impegno elettorale del partito che l’ha visto trionfare in Europa sotto il nome di Renzi ed avere una debacle in molti comuni dove ha proposto alleanze “bizzarre” o, addirittura, non si è presentato il simbolo.
Il neo presidente Graziano, eletto alla Camera dei Deputati nella passata legislatura, nella circoscrizione XX-Campania 2, è laureato in ingegneria civile ed ambientale. Della scuola politica di Marco Follini, ha detto: «voglio realizzare un metodo per arrivare al risultato delle regionali del prossimo anno», riferendosi all’impegno del partito per la corsa a Palazzo Santa Lucia.
Com’è andata la giornata di ieri sera?
«La giornata di ieri rappresenta la svolta del PD, che va verso l’unità e costituisce un asse compatto per le prossime regionali. Occorre battere il centrodestra che è stato completamente inefficiente in questi 5 anni. La nomina della dirigenza del partito ci permette di uscire dai ragionamenti interni per tornare a parlare all’esterno del partito. Finalmente dagli assetti interni si torna a parlare all’esterno del partito».
Qual è l’obbiettivo del suo mandato?
«Più che mio, direi l’obbiettivo del partito: concentrarsi sulle regionali. Lavorare con la commissione regolamento per le primarie, trovare il candidato presidente e iniziare la campagna che parla ai cittadini. Dobbiamo far capire che questo governo di centro destra ha portato al blocco economico la Campania, portando all’impoverimento soprattutto per la mancanza di investimenti e di capacità di utilizzo dei fondi europei».
A proposito di primarie, come immagina la nuova alleanza politica per le regionali dell’anno prossimo?
«Penso che dobbiamo puntare a consolidare l’unità interna e proporre un’alleanza con i cittadini. Da questo punto allargare l’alleanza su una posizione ed un programma chiaro che riguarda il PD. Questo è il metodo: costruire il programma, cercare chi lo condivide e lavorare sulle regole per scegliere il candidato. Voglio realizzare un metodo per arrivare al risultato».
Quale sarà il percorso che porterà alla stesura del programma?
«Attraverso un confronto aperto con i cittadini, utilizzando anche il momento delle primarie. I momenti di dibattito serviranno a costruire idee per rilanciare la Campania nel Mezzogiorno, nel Mediterraneo ed in Europa».
Un’ultima riflessione sul voto di qualche settimana fa sia alle elezioni amministrative che europee. Il partito è uscito vincenti alle elezioni continentali, grazie alla guida di Renzi, ma, alle comunali, in molte realtà ha subito un crollo drastico.
«Per questo occorre un maggior radicamento della dirigenza locale. Dobbiamo recuperare il gap che c’è stato tra i due momenti elettorali».