“Lo sai perché mi piace cucinare?”
“No, perché?”
“Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e, una torna a casa e sa con certezza che aggiungendo alla pasta avanzata del giorno prima impregnandola in uova sbattute con poco latte, olio, parmigiano grattugiato e pepe, tocchetti di mozzarella o altri superstiti del frigorifero, per poi colare tutta questa meraviglia in una padella arroventata e bella oliata si dà vita alla quintessenza dei pranzi in famiglia, la signora “Frittata di pasta”: è un tale conforto!”
Pensateci, miei cari lettori, provate a dire “frittata di pasta” in regioni diverse e vedere l’effetto che fa. Qualche faccia si farà interrogativa: saranno le persone che sono state private di uno dei più grandi piaceri della vita. Le altre no, le altre si scioglieranno in un sorriso quasi doloroso, pura saudade di tempi andati in ricordi seppiati e speranza che ritornino presto. Nei loro occhi si leggono le epopee di estati perdute, sdraio in legno scrostato, pelle contro pelle sotto l’ombrellone per evitare di bruciarsi malamente sotto il raggio laser delle due del pomeriggio. Quando dal contenitore termico si estraeva la fragranza immutata della frittata di pasta ricetta di famiglia, ognuno la sua ma prego senza complimenti mangi pure con noi, ed ecco che si stringevano ancora di più i commensali e nella compravendita senza denaro si spargevano effluvi che facevano salivare mezzo litorale.
Ora vi chiederete, come si fa la frittata con gli avanzi di pasta? E’ un processo da segreto di Pulcinella, che parte dal presupposto più antispreco e sostenibile della cucina di una volta: non si butta via niente. Mai. Sono la manualità e la ripetizione della pratica a renderla perfetta, quindi meglio mettersi al lavoro subito. Così si recupera la pasta avanzata del giorno prima (o si cuociono all’uopo porzioni minime): impregnandola in uova sbattute con poco latte, olio, parmigiano grattugiato e pepe, tocchetti di mozzarella o altri superstiti del frigorifero, per poi colare tutta questa meraviglia in una padella arroventata e bella oliata. Non esistono mezzi termini di condimenti quando si prepara la frittata di pasta: qualche minuto di cottura perché la cucina si infuochi di profumi e si formi la crosticina che sigilla ambo i lati la transustanziazione della pasta avanzata, allungandone la vita alla fame del giorno stesso (o del giorno dopo). Nella versione della frittata di pasta al forno, l’impasto si mette in una teglia con carta forno e si fa cuocere il tempo necessario. Meno godurioso come texture, va detto,
Quale formato per la frittata di pasta? Tutti. La frittata di maccheroni vuole loro, che il resto del mondo chiamerebbe tortiglioni, ma non si escludono le vituperate penne lisce, i sedanini, persino i fusilli. Con rigatoni e mezze maniche si pone il problema dell’altezza della frittata, visto che sono formati imponenti, ma aumentando il quantitativo di uova si può risolvere la questione estetico-strutturale. Molti estimatori sostengono però che la migliore di tutte sia la frittata di spaghetti, che veste d’oro croccante la nobiltà dello spaghetto al pomodoro e, in virtù della levità del formato, permette di ottenere perfetti tondo Doni di pasta. Da impilare l’uno sull’altro per mantenerli dolcemente tiepidi, prima di triangolarli in fette da condividere. Stretti sotto l’ombrellone, coi capelli bagnati e il sale tra le dita.