La Roma si riorganizza. Con l’imminente addio di Morgan De Sanctis, già comunicato a Fienga, Baldini ha chiamato Nicolas Burdisso. Che da qualche giorno è il favorito per la poltrona di direttore sportivo a Trigoria. Curiosamente, Burdisso è il dirigente che ha ospitato Daniele De Rossi al Boca dopo l’allontanamento dalla Roma. Resta da capire se il suo nome, gradito alla piazza per il passato da giocatore, sia stato avallato dal nuovo proprietario del club. Ma la logica lascia pensare che, con un periodo di transizione a tempo indeterminato, la società abbia comunque deciso di presentarsi al via della nuova stagione con un direttore al comando (del resto è un obbligo regolamentare). Sarebbe Burdisso dunque a occuparsi del mercato di settembre.
Quanto al passaggio di proprietà, le carte sono scoperte: c’è un solo potenziale acquirente per la Roma, Dan Friedkin. Che poi la data room del club, elemento per sua natura virtuale, sia stata visionata da altri gruppi e altri soggetti interessati, è un fatto reale. Ma dal sondaggio alla proposta c’è un mondo fi nanziario che altre cordate non hanno ancora mai esplorato. Neppure il fondo introdotto dall’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, che ha contattato qualche mese fa il vicepresidente Baldissoni proponendogli la candidatura di un possibile “scalatore” con base in Kuwait. Tantomeno altri due soggetti, un oligarca russo e il misterioso gruppo sudamericano.
Le cose possono cambiare, ovvio. Ma la cosiddetta due diligence, ovvero l’esame approfondito dei conti delle 12 società di Pallotta che costituiscono la galassia Roma, è stata completata soltanto da Friedkin, che ha speso anche molti soldi per questo (c’è chi dice 10 milioni) a conferma della concretezza delle intenzioni. L’offerta di metà luglio, che ricalcava la precedente di 575 milioni ma con differenti modalità di pagamento, non ha ricevuto risposta da Boston, ma questo non taglia fuori Friedkin che anzi potrebbe ritoccare nuovamente la proposta. Pallotta è in fervida attesa, convinto che la Roma prima o poi si rivaluterà e deciso a resistere all’insistenza dei soci che vorrebbero disfarsi dell’asset.