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Covid, parla il dj positivo dopo le serate a Porto Rotondo Il giovane si difende da chi lo accusa di essere “untore”. Alle serate c’era anche il figlio di Paola Perego

Lorenzo Palazzi è il dj romano 21enne risultato positivo al coronavirus insieme ad altri ragazzi dopo una serata al Country Club di Porto Rotondo. Sui social si difende da chi lo accusa di essere “untore” della serata a cui avrebbero preso parte circa 600 persone.

Focolaio Porto Rotondo, parla il dj

“Ero in perfetta salute – ha fatto sapere Palazzi, come riporta Il Messaggero – non avevo febbre o sintomi legati al Covid in entrambe le serate in cui ho suonato nell’ultima settimana in Sardegna. Il 14 agosto mi è stato comunicato che persone con le quali avevo avuto contatti in diversi locali, sia a Porto Cervo che a Porto Rotondo, risultavano positive al coronavirus. Così il 15 agosto ho effettuato subito il tampone al quale sono risultato positivo anche io”.

Non è giusto ricondurre tutto a una singola discoteca. Il virus può essere circolato in 10 locali diversi la stessa sera, senza contare gli affollatissimi ristorati, spiagge e cocktail bar”, ha aggiunto il ragazzo.

Porto Rotondo, il dj è asintomatico

“L’epidemia e i focolai sono dilagati in tutta Italia – ha sottolineato il dj – se noi di ritorno dalla Sardegna siamo risultati positivi è per il semplice fatto che di nostra spontanea volontà abbiamo effettuato il test, pur essendo asintomatici, per tutelare i nostri cari. Come tanti ero in vacanza per vivere un momento di serenità insieme ai miei amici e sono stato colpito anche io”.

Sul focolaio di Porto Rotondo si è espressa con preoccupazione anche la conduttrice Paola Perego, in quanto il figlio Riccardo ha lavorato fianco a fianco con Palazzi nelle serate in Sardegna. Ma Riccardo, dopo giorni, è ancora in attesa di poter fare il tampone, come riporta Il Messaggero.

La chiusura delle discoteche da parte del Governo ha suscitato diverse reazioni: i sindacati del settore hanno fatto ricorso al Tar, ma c’è chi sostiene che i locali non dovevano riaprire affatto in quanto sarebbe stato difficile rispettare il distanziamento.

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