Nelle prossime settimane di campagna elettorale per comunali, regionali e referendum è difficile immaginare grandi sperimentazioni, così come forzature improvvise in tema di comunicazione politica.Troppa demagogia, nemici del popolo e della mascherina. Per la comunicazione politica il passaggio da Internet è ormai obbligato, così come sarà l’assenza a creare visibilità( cioè chi dice meno sciocchezze), così come il porta a porta e la stretta di mano, causa Covid. Trucchi, promesse, insulti, bugie, fake news. Alcuni talk show cercano di approfondire, altri di scatenare la zuffa!Il dibattito politico non era mai caduto così in basso! Vincono i semplificatori, c’è un impoverimento linguistico, si elevano ponti, si trovano i laureati da Facebook!! Tamarri e cazzari verdi aumentano! Una volta c’era la guerra dei manifesti elettorali. Squadre di attacchini battevano la città nella notte per incollare dovunque i poster di partiti e candidati. Affissioni abusive, ovviamente, ma con la certezza che dopo le elezioni sarebbe arrivata una sanatoria a cancellare le multe. Facce e slogan di carta, per la verità ci sono ancora quando c’è il proporzionale alle comunali, regionali. Sui social tutti i candidati si credono primi ed eletti! E Poi il referendum confermativo per la riduzione dei parlamentari, non certo per l’antiparlamentarismo, ma per l’efficienza e l’autorevolezza della rappresentanza. L’emergenza economico-sociale, i cittadini nell’incertezza, i partiti in disarmo.
Ogni voto può fare la differenza.
E come recuperare milioni di elettori indecisi?
Sarà necessario allargare l’analisi e lo sguardo agli spazi che essa occupa, in questa sfida permanente per convincere l’opinione pubblica. I leader, i capi e i candidati devono sapere come e quando colpire, individuando i target di pubblico giusto. Sicuramente per raggiungere disillusi e disinteressati occorre re-iniettare fiducia nel sistema comunicativo, alterato dal rischio di un doping informativo controproducente per le forze politiche e tutti i candidati. Bufale contro notizie, la lotta (quasi) impari per conquistare il web. Preoccupa la potenza del mezzo attraverso cui quelle si propagano. Se il web diventa dunque un fattore organizzativo strategico per tutta la contesa elettorale, specularmente non si potrà fare a meno del porta a porta e della presenza sul territorio e sugli strumenti di informazione locale. I pentastellati hanno perso il loro fascino di viaggiatori nella rete.
Comunque a fronte di un mondo tutt’altro che idilliaco e giusto sarebbe urgente riannodare i valori dell’utopia. Troppa retroutopia,il presente spasmodico, il qui ed ora. La democrazia dei cittadini ha bisogno delle sue utopie, se tali possiamo considerare la solidarietà, l’uguaglianza, la pari opportunità, i diritti generazionali. Questa dimensione potrebbe essere l’antidoto allo sterile ribellismo e una fonte per ridare fiducia e immaginazione al bene comune. per questo è necessaria una strategia politica che eviti che la breccia diventi buco e poi voragine. Dibattito infinito e comunque appassionante.