La prima visita di papa Francesco in terra di Campania, come ufficializzato, si svolgerà a Caserta in duplice data: sabato 26 luglio alla comunità cattolica in occasione della festa patronale di S. Anna, lunedì 28 luglio in forma privata al tempio del pastore evangelico Traettino, un amico conosciuto a Buenos Aires che per primo l’aveva richiesta in un incontro a Roma con papa Francesco. In questa duplice visita, a nostro avviso, non è tanto rilevante il fatto che papa Francesco sia stato indotto per una prima visita in Campania a scegliere per motivi di diplomazia ecclesiastica la comunità cattolica di Caserta – certo dominante sul territorio rispetto alla confessione evangelica – e non Napoli, di cui resta confermata secondo le dichiarazioni del Cardinale Sepe una vicina data che forse sarà annunciata il 26 luglio a Caserta. In ogni caso andava rispettata la privacy del Papa, senza sovrapposizioni di celebrazioni religiose aggiuntive per la comunità cattolica.
Pur nel cambiamento del programma iniziale di una visita in forma privata ad un amico evangelico, è da apprezzare la fedeltà ad una promessa di una visita del papa cattolico al tempio dell’amico evangelico, un incontro fraterno tra rappresentanti di diverse confessioni cristiane, anche per il suo significato che supera l’evento particolare. Un amico sacerdote, in riferimento alle resistenze che incontra l’operato ed il magistero di papa Francesco, le attribuiva al fatto che «Papa Francesco è un cattolico evangelico, perché si può essere cattolici ma non evangelici». Se ne avverte il bisogno nei rapporti tra le comunità cristiane del territorio, in considerazione per esempio delle difficoltà di partecipazione di rappresentanti religiosi cattolici al funerale secondo il rito evangelico di Ciro Esposito a Scampia.
Come è emerso nel recente incontro di Francesco con Eugenio Scalfari, sta a cuore a Francesco lo sforzo ecumenico di comunione con altre confessioni cristiane, ortodossi, anglicani, valdesi, pentecostali e così via. Tra i fedeli ma anche tra i sacerdoti è resistente una mentalità “cattolicocentrica” di disconoscimento delle altre confessioni cristiane per distanza ed ignoranza reciproca. Lo storico della chiesa Alberto Melloni nell’introduzione al recente Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia, curato dallo stesso studioso, in riferimento all’insegnamento della “religione cattolica” nelle scuole pubbliche in Italia, precisa che è acclarato che: «il cattolicesimo non è una religione, nemmeno nella propria autodefinizione, ma se mai una confessione appartenente al Cristianesimo come esperienza di fede».
Ci auguriamo che i diversi incontri, prima con i sacerdoti e poi con i fedeli della comunità cattolica di Caserta non servano a celebrare fasti e nefasti della comunità locale, e successivamente con gli amici evangelici, ma a creare ponti di conoscenza, comunione e condivisione in nome della credenza condivisa. Un salmo moderno in lingua inglese per allargare gli orizzonti recita tra l’altro così:
I nostri modi di atteggiarsi sono troppo “parrocchiali” (angusti), le nostre supposizioni troppo semplicistiche, i nostri comportamenti troppo scontati. I popoli particolari, i differentemente abili, le minoranze di ogni specie, razza, classe o genere possano trovare spazio nel nostro mondo e nei nostri cuori.
Aiutaci ad allargare le nostre tende, o Signore, così che tutti siano benvenuti tra di noi.
Il nostro Dio è troppo piccolo, i nostri riti troppo rigidi, le nostre strade troppo esclusive.
I popoli di varie religioni e riti, il cui nome di Dio ed invocazione sono differenti dalle nostre, possano trovare spazio nel nostro mondo e nel nostro amore.
Aiutaci ad allargare le nostre tende, o Signore, così che tutti siano benvenuti tra di noi.
Questo salmo possa risuonare tra i fedeli cattolici ed evangelici di Caserta per incentivare rispetto, conoscenza e comunione profonda. Altrimenti che Dio è?