“Agire concretamente, a partire appunto dalla cucina, per ridurre la nostra impronta sull’ambiente e con ciò contribuire a contrastare il cambiamento climatico”. Parole semplici e dirette quelle con cui Andrea Segrè, agronomo ed economista italiano di chiara fama, da decenni impegnato nella lotta allo spreco sia come ricercatore che come divulgatore, apre il libro Non sprecare in cucina del Cucchiaio d’argento (Editoriale Domus, 208 pp). Un tomo che si allontana dalla semplice raccolta di ricette – che pur ci sono, ben scritte e contingentate all’argomento – che prova a inserirsi nella più ampia letteratura di riflessioni sulla necessità di apportare una svolta green reale a partire dal momento stesso in cui varchiamo la soglia della camera più utilizzata della casa, la cucina. La parte più interessante del volume, innovativo e non solo per la linea editoriale di un classico come il Cucchiaio d’argento, parte dalla prefazione e continua nei capitoli successivi, dove affianco ai suggerimenti su come non sprecare il gambo del finocchio, si parla di piramide alimentare, impronta ecologica, dieta mediterranea e good practices. Forse un po’ meno glamour rispetto alle copertine patinate che siamo soliti vedere nel reparto cucina delle librerie, ma molto più significativo.
Unico comandamento: non sprecare (in cucina)
Preziosa, per capire il reale stato dell’arte, la prefazione in cui senza mezzi termini il professor Segrè sottolinea come ogni nostra azione abbia “una grande influenza sull’emissione di gas “climalteranti”. Un termine che può apparire ostico, a chi non ha dimestichezza, ma che lo studioso spiega in parole semplici come l’evidenza, sotto gli occhi di tutti, di come ogni nostra azione abbia “un impatto notevole sull’ambiente che ci circonda”. Con una specifica importante, ovvero che “mangiare è un atto dall’effetto multiplo: influenza la salute del consumatore, il reddito dell’agricoltore, le decisioni della politica e delle istituzioni, il clima per le emissioni di CO2”. Un circolo in cui le nostre mani che cucinano sono solo un anello di una filiera molto più grande, ma in cui il nostro atteggiamento nei confronti del cibo è il vero problema. “Ho studiato lo spreco dal punto di vista etico – sottolinea Segrè -, da quello ambientale e infine da quello economico; Ogni anno, nel nostro Paese, una famiglia getta nella spazzatura in media 254,8 euro di cibo (rapporto di Waste Watcher 2020) -, è così che, alla fine, mi sono convinto che il problema vero sta in un comportamento che non riconosce più il valore del cibo. Pensiamo che gli alimenti debbano costare poco, preferiamo soddisfare – con il poco o molto reddito di cui disponiamo – altri bisogni”. E per il 9% – 1 italiano su 10, sempre secondo i dati di Waste Watcher – restiamo negazionisti sulla reale entità della problematica ambientale mondiale.
Cosa fare per partecipare al green deal? Partire dalla spesa e, come sottolinea Andrea Segrè in calce alla sua prefazione a Non Sprecara in cucina, prestare attenzione “ai nostri piccoli atti quotidiani, non tutto può es-sere a impatto zero ma cucinare sì. Non solo è possibile, ma è anche facile”