“Carcere è l’anagramma di cercare. Cercare per ricostruire, per ritrovarsi, per seguire una strada che è tracciata anche dalla Costituzione: assumersi le responsabilità, per trovare sé stessi, rispettando i diritti delle persone”. È questo lo slogan di Samuele Ciambriello. Un testo alla portata di tutti, professionisti del settore e non, che cerca con un linguaggio semplice di fornire dei riferimenti teorici, empirici e scientifici, con l’intento di abbattere i muri e di instaurare ponti tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’, mettendo in risalto l’importanza di costruire e di ‘cercare’ insieme, popolazione detenuta e non, una ‘zattera’ che possa remare controcorrente nel mare dell’indifferenza e della repressione, sull’onda della consapevolezza e del rinvenimento.
Un libro che tratta del complesso sistema penitenziario, ma soprattutto delle esperienze di vita vissuta in esso annidate, di diritti negati, di affettività, partendo da un’attenta analisi, attraverso attività di monitoraggio, osservazioni, colloqui, sopralluoghi, progetti. Difatti, il libro, vede la collaborazione di Anna Buonaiuto, Celestina Frosolone, Anna Malinconico, Dea Demian Pisano. Ciambriello descrive il primo impatto con il pianeta carcere come un’esperienza devastante, dietro a quel frastuono metallico e quel vociare confuso, in quelle celle c’erano dei volti, delle storie, delle persone. Un portone blindato che divide l’umano dal non umano. E ancora dove un uomo tiene chiuso un altro uomo. Rendere questo spazio rimosso, che si chiama carcere, più umano è l’obiettivo comune, infatti, mutare atteggiamento verso chi “sbaglia” non è solo giusto o un atto caritatevole, ma è anche utile alla società.
Ciò che sorregge oggi, il professore, in questa battaglia, in questa sorte di “fede” laica, oltre l’art. 27 della Costituzione che ribadisce la funzione educativa della pena, sono quegli stessi visi e quelle stesse storie. Nel libro Ciambriello ricorda gli anni Ottanta, alla stagione delle grandi riforme: da quella penitenziaria alla legge Gozzini, alla istituzione delle comunità di accoglienza per i minori. Le esperienze realizzate insieme ad altri per un’area Omogenea per detenuti politici nel carcere di Bellizzi Irpino, La cooperativa l’Agorà promossa insieme al vescovo mons. RIBOLDI, il mensile L”Agorà, la Mansarda di Bucciano e la Comunità il Ponte di Nisida, una serigrafia per tossicodipendenti ex detenuti, i lavori socialmente utili in una mensa per i senza fissa dimora. Infine, ancora una volta il ricordo va a quelle persone e a quei racconti che si sono incrociati in quei corridoi, un luogo, quello del carcere, che a dispetto del bisogno di rimozione che sempre alberga nel mondo dei “liberi”, è in realtà un luogo vivo.
Giovedì 17 settembre, alle ore 19, presso il Chiostro di San Domenico Maggiore, a Napoli, il Garante chiuderà la sua triade di appuntamenti nell’ambito della rassegna in-Chiostro-. Ciambriello, affronterà il delicato tema della vita nelle carceri. Con lui ne discuteranno il magistrato e Sostituto Procuratore di Napoli Catello Maresca, il Direttore del carcere di Poggioreale Carlo Berdini, l’Ispettore generale dei Cappellani delle carceri italiane don Raffaele Grimaldi, e la Presidente della cooperativa Lazzarelle Imma Carpiniello. A moderare l’incontro la giornalista Francesca Scognamiglio Petino.