Don Roberto Malgesini, 51 anni, era il prete degli ultimi, colpito a morte da un migrante con problemi psichici che assisteva.Martire di una città che non lo ha capito. Martire della solidarietà.Don Roberto lascia l’insegnamento di amare i poveri in qualunque situazione, da qualunque provenienza e da qualunque religione. Non un prete di strada o prete di frontiera. Sacerdote, fedele agli insegnamenti evangelici. Il Vangelo non è una Carta da contemplare o difendere. E’ un insegnamento da vivere e testimoniare.
Non aveva una parrocchia perché la sua parrocchia era la strada, con il suo popolo di disperati che la abitano e, a volte, la rendono disumana. Caffè, amore, ascolto e sorrisi.Insieme a un gruppo di volontari, portava la colazione ai senzatetto e ai migranti e assisteva tutte le situazioni di marginalità. Se c’era da caricare in macchina qualche senzatetto che stava male non ci pensava su due volte. Viveva nella parrocchia di San Rocco, a pochi passi dal punto dove martedì mattina è stato accoltellato. Puntava a cambiare le condizioni di vita dei poveri. Il parroco, famoso a Como, per sostenere gli ultimi in controtendenza con una amministrazione locale intollerante, che lo aveva anche multato! E’ il santo della porta accanto. E’ il farsi prossimo. Tutti i credenti che amano sono saggi,tutti i credenti che vivono la condivisione sono felici. E mettono nel conto, anche io, di essere perseguitati e calunniati. E mettono nel conto di essere offesi o uccisi anche da chi amano , servono o vogliono liberare!.