Il direttore generale e consigliere di amministrazione dell’Università Telematica Pegaso Elio Pariota ha lasciato le seguenti dichiarazioni. Ecco quanto evidenziato da Linkabile:
“Roma, cimitero Flaminio di Prima Porta. Qui sono sepolti i feti con i nomi delle madri che si sono sottoposte ad aborto terapeutico.
Nomi di donna affissi sulle croci, ad insaputa delle interessate. Nel più totale spregio del diritto alla privacy; e pure della libertà di culto, giacché nessuna delle donne
aveva specificato qualsivoglia preferenza per la Croce cristiana.
La polemica – tra vuoti normativi e rimpalli di responsabilità – coinvolge il Garante della Privacy, esplode tra le associazioni femminili, negli ospedali e nei servizi cimiteriali; approda nei salotti della politica dove si annunciano interrogazioni parlamentari. Non giriamoci intorno. Qui si tratta di comprendere se uno Stato che si professa laico e non confessionale riesca ancora a garantire l’anonimato alla scelta drammatica di un aborto terapeutico.
Impedendo che essa finisca per tracimare in maniera così disinvolta dall’alveo privato a quello pubblico.”