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Preziosi: “Juve-Napoli, uno spot mortale per il nostro calcio”

Enrico Preziosi, presidente del Genoa, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, eccone alcuni passaggi.

«Juve-Napoli è stato uno spot mortale per il nostro calcio. Ha minato alcune certezze, aprendo una voragine nella quale siamo sprofondati tutti e dalla quale non sarà facile risalire». Enrico Preziosi è il presidente del focolaio – il Genoa dei ventidue positivi -, lì dove tutto è cominciato, e da giorni è alle prese con una situazione che non avrebbe mai immaginato di dover affrontare. Eppure prova subito a esorcizzarla. «Ieri notte ho giocato io e ho segnato il gol dell’1-0 all’Inter, la nostra prossima in casa».

Lei mi prende in giro.

«Parola d’onore. Una conclusione di piatto, ero a due passi dalla porta, e quando stavo per ricevere l’abbraccio dei compagni e godermi la classifica, mi sono svegliato e ho capito che si trattava di un sogno. Un risveglio brutale, caro mio. Noi presidenti siamo stati dei bambini che volevano fare i calciatori. Sogni del genere li facevo spesso nelle stagioni di Gasperini, dopo una vittoria. Lei, Zazzaroni, vive per giocare o gioca per vivere? È alla Marzullo, ma mi risponda».

Potrebbe essere il nuovo claim di Giochi Preziosi, con l’autorizzazione di Marzullo, s’intende. Si accontenti di questa risposta: vorrei, vorremmo che voi continuaste a giocare fino a maggio e senza interruzioni, perché vivremmo tutti meglio, sarebbe un indice di leggerezza.

«Lo vorrei anch’io, mi creda. Ho ancora quindici giocatori positivi, nessuno si è negativizzato, e sono quasi tutti dei titolari. Non so proprio come potremo presentarci a Verona e con l’Inter. La positività di Ibra è durata sedici giorni, se i miei dovessero seguire i suoi tempi di recupero sarebbe un vero disastro. Che faccio? Mando in campo sei primavera? E il valore sportivo della partita quale sarebbe? L’ultima disposizione della Lega prevede un solo jolly a fronte di dieci positività per squadra, ma così si rischiano tanti 0 a 3 e noi del Genoa finiamo in B senza passare dal via».

Lei è stato molto critico nei confronti di De Laurentiis.

«Un momento. Lunedì scorso la sua amica Selvaggia (Lucarelli, nda) mi ha fatto un’intervista a Radio Capital dove ho detto che bisognava capire se l’intervento dell’Asl fosse stato richiesto da qualcuno del Napoli oppure no. Mi rendo conto che le titolazioni devono essere sempre un po’ forti e pruriginose, ma insomma… Il fatto in sé non mi riguarda, peraltro, è materia della procura federale. Resta inteso che mai mi sognerei di far intervenire l’Asl. Da quello che mi raccontano e si sente dire, il Napoli rischia una penalizzazione».

Dice?

«Più che un rischio, è una certezza. Il regolamento tuttavia non va, deve essere rivisto, non ci sono santi».

Sì, ma come?

«Non lo so. Io spero soltanto che il campionato prosegua e che il suo valore sportivo non risulti danneggiato. Quando affermo che Juve-Napoli è stato uno spot mortale per il calcio italiano ho le mie buone, anzi ottime ragioni. Siamo in una fase caldissima della discussione sul futuro del nostro sport e non avevamo certamente bisogno di un incidente simile. Noi presidenti stiamo lavorando per garantire la continuità e la sostenibilità del sistema».

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