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Una sana merenda dipende dalla porzione, 7 volte su 10 si sbaglia

Una dieta bilanciata dipende dalla qualità a tavola ma soprattutto dalle quantità ingerita. Alla merenda, in tempi di smart working sempre più spesso tra le mura di casa, si rischia di eccedere nel comfort food.

 

Secondo una indagine BVA Doxa – Unione Italiana Food su un campione rappresentativo di 600 mamme di bambini dai 5 ai 13 anni, l’errore in eccesso è dietro l’angolo: 7 mamme su 10 scelgono fette di circa 100-120 grammi nel caso della crostata e di circa 90-120 grammi per il ciambellone. Vale a dire, quasi di 3 volte in più del peso di una merendina che è mediamente confezionata dall’industria alimentare a 35 grammi. Mentre il peso medio delle due merende da porzionare, bilanciando le fette mini con quelle maxi, si attesta a 96 grammi per la crostata e 84 grammi per il ciambellone. In più 1 mamma su 3 (30%) è solita far fare il bis ai propri bambini e allo stesso tempo ama farlo. Dalla ricerca è emerso anche che la porzione di crostata e ciambellone che le mamme scelgono per loro è, a sorpresa, la stessa che scelgono per i propri figli. Anche in questo caso sopravvalutando il fabbisogno calorico che hanno i propri figli rispetto al momento della merenda.

Sul fronte nutrizionale una porzione di 96 grammi di crostata alla marmellata – ovvero quella media – ha un contenuto calorico di 317 kcal e contiene 27 grammi di zuccheri, 7,8 grammi di grassi, di cui 5 saturi (Composizione chimica alimenti del Crea). Una fetta di ciambellone da 84 grammi – quella tagliata in media dalle mamme italiane per i propri figli – ha un contenuto calorico di circa 310 kcal, 20 grammi di zuccheri, 14,3 grammi di grassi, di cui circa 5,3 saturi (dati Fatsecret). La merendina contiene circa 6,5 grammi di grassi, dei quali 3 saturi, 9 grammi di zuccheri, per un contenuto medio calorico a porzione pari a 157 kcal.

A conti fatti, una fetta di crostata presenta in media il doppio delle calorie, tre volte gli zuccheri e una volta e mezza i grassi saturi di una merendina.

Inoltre, il vantaggio delle merendine che, come rileva Unione Italiana Food, su scala industriale sono le “discendenti” di crostata, torta margherita e ciambellone per ingredienti simili e analogo procedimento di preparazione, sono le indicazioni in etichetta.

Per la nutrizionista Valeria Del Balzo “una fetta di crostata alla marmellata o di ciambellone – ottime alternative per la merenda dei più giovani anche rispetto alle merendine – andrebbero però “calibrate”, cosa che non viene fatta, in base all’età e al fabbisogno calorico e soprattutto differenziate in termini di peso tra un consumo adulto o giovanile. Il plus dei dolci confezionati come le merendine è proprio quello di avere una porzione prestabilita, con un apporto di nutrienti e calorie più contenuto in grado di dar vita ad un prodotto nutrizionalmente equilibrato da consumare 1-2 volte a settimana, che può rappresentare una delle alternative nutrizionali per la merenda degli italiani. Le merendine sono caratterizzate da un modesto contenuto di calorie, vanno dalle 110 delle più semplici fino alle 180 delle più ricche, e coprono in media tra il 6 e il 7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi, in linea con la quota giornaliera di energia della merenda pomeridiana e dello spuntino di metà mattina”.

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