Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte proprio un mese fa, il 25 settembre, partecipava all’Assemblea Generale ONU per discutere sullo scenario che si sta prefigurando in vista del futuro prossimo, ma in un’analisi più profonda ha anche affermato che sicuramente il momento che stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid-19 sta penalizzando i giovani e il Governo è pronto a dare il suo contributo per un futuro che sul panorama internazionale sia caratterizzato dalla sostenibilità e dall’inclusione. Tuttavia a circa 30 giorni di distanza con il nuovo Dpcm l’Esecutivo ha disposto la sospensione della attività didattiche in presenza per le scuole secondarie di secondo grado per via dell’innalzamento della curva epidemiologica. Tale decisione ha suscitato numerose polemiche dato che la scuola non è il punto di arrivo nel percorso dei ragazzi, ma il punto di partenza da cui spiccare il volo nell’esperienza che è la vita. Il caso più emblematico di questa vicenda è stata la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in Campania che è stata confermata anche dal Tar. Dunque i ragazzi, le ragazze, i bambini, le bambine dovranno vivere un altro mese, che a quanto pare non sarà l’ultimo, stando distanti gli uni dagli altri tra computer e videochiamate dato che ormai dalle 18 non si può circolare per consumare in locali come ristoranti e bar, ossia i veri e propri luoghi di aggregazione giovanile. Queste misure nella visione comune sono considerate limitazione delle libertà del cittadino o addirittura privazione delle libertà. Dobbiamo considerare ovviamente che siamo in tempo di pandemia e quindi stiamo vivendo un momento di crisi e spesso alla parola “crisi” viene attribuito un significato negativo: in realtà questo termine deriva dal greco “Krino”, verbo che indica l’atto del separare, quindi del valutare. Non a caso quando ci si trova dinanzi ad un bivio bisogna scegliere da che parte stare, bisogna allora fare delle scelte nel tentativo di trasformare un vincolo in opportunità.
Abbiamo l’opportunità di porre una riflessione su ciò che abbiamo fatto, rimediare agli errori e su ciò che vorremo perseguire per dimostrare che forse non vorremmo tornare come prima in tutto e per tutto. Potrebbe essere l’occasione per migliorare e migliorarci e forse nelle nuove generazioni sta maturando un sentimento nuovo mai prima avuto nel segno delle parole del Presidente del Consiglio: “L’Italia è un grande paese, lo ha già dimostrato. Ce l’abbiamo fatta nella prima fase e ce la faremo anche adesso”.
Antonio Simeoli