Uno degli aspetti più controversi della pandemia in corso è stato, fin dall’inizio, il tasso di letalità della CoViD-19: ovvero, il rapporto fra i morti per la malattia e il numero di soggetti affetti, espresso in percentuale. A mettere ordine fra i numeri è ora un report dell’Imperial College di Londra, secondo cui il tasso di letalità varia in base alla composizione per età della popolazione, inferiore nei Paesi a basso reddito (in media lo 0,23%) e più alto in quelli ricchi (1,15%). Soprattutto in questi ultimi, rilevano gli autori dello studio, «la letalità risulta parecchio superiore a quella dell’influenza stagionale, che si attesta allo 0,1%».
Lo studio si è avvalso dei dati ufficiali relativi ai decessi per CoViD-19 e dei risultati delle indagini sierologiche condotte in 10 Paesi, fra cui l’Italia, tutte riferite alla cosiddetta prima ondata dell’epidemia. Sebbene abbiano qualche limite, allo stato attuale queste indagini sono quelle che permettono di stimare con più precisione la diffusione del virus nei vari territori.
NON SOLO OVER 75. I risultati confermano analisi precedenti secondo cui a correre i rischi maggiori sono gli anziani. Fra i 75 e i 79 anni la letalità è del 3,39%, sale al 5,3% per gli 80-84enni e arriva al’8,28% nell’intervallo 85-89 anni. Tuttavia, spiega una delle autrici dello studio, Lucy Okell, «sebbene se gli anziani siano di gran lunga la fascia di popolazione più colpita, anche le età di mezzo sono a rischio. Abbiamo per esempio stimato che fra i 50-55enni la CoViD-19 uccide una persona su 250».
IL TRISTE RECORD ITALIANO. Riguardo ai singoli Paesi, nel corso della prima ondata della pandemia la letalità più elevata si è registrata in Italia (2,23%), che ha una popolazione mediamente più anziana degli altri. Curiosamente, sempre in relazione alla prima fase della pandemia, non sono state rilevate differenze statistiche di letalità tra aree colpite in misura maggiore e minore: «Per esempio», si legge nel rapporto, «non abbiamo rilevato un tasso di letalità maggiore in Lombardia, dove la diffusione del virus è stata molto superiore».