Il nuovo decreto firmato da Conte ieri sera a mezzanotte ha stabilito che resteranno aperti i parrucchieri e barbieri nelle zone rosse. Il nuovo Dpcm firmato nella tarda serata di ieri ha fatto questa modifica in extremis e sarà in vigore dal 5 novembre fino al 3 dicembre. Per andare dal parrucchiere sarà comunque richiesta un’autocertificazione.
Il decreto che impone moltissime restrizioni, inclusa l’attività sportiva all’aperto a meno che non sia individuale, offre però uno spiraglio di libertà: si potrà andare dal parrucchiere. C’è chi ha già ironizzato, secondo VanityFair, sul fatto che la libertà che ci è stata lasciata di farci una piega è il nuovo portare il cane fuori e tutti si precipiteranno a fissare un appuntamento pur di uscire di casa.
Mentre montano le polemiche da parte degli altri operatori di servizi considerati non essenziali in questo momento, abbiamo sentito l’opinione di alcuni operatori del settore dell’hair styling.
CORANI & PARTNERS, l’azienda dietro le catene di saloni Jean Louis David, Evos, Frank Provost, che in totale conta oltre 500 saloni in tutta Italia.
«Pensiamo che la motivazione dietro questa scelta sia di garantire i servizi alla persona, come parrucchieri e profumerie dove comprare bagnoschiuma o shampoo etc, che erano stati già presi in considerazione nel precedente decreto firmato dal premier il 24 ottobre scorso, a condizione che vengano rispettate nello svolgimento delle attività i protocolli o le linee guida idonee a prevenire, o ridurre, il rischio di contagio. I saloni sono strutturati in modo da garantire le distanze di sicurezza e nell’erogazione dei servizi non c’è necessità di togliere la mascherina. In più la borsetta di ogni cliente viene imbustata, lo stesso avviene per il cappotto, il salone viene sanificato a tempo con appositi erogatori di ozono e ogni sera viene sanificato in toto il locale, infine salviette, mantelline e il materiale da lavoro è tutto usa e getta. Ogni poltrona ha separazione di plexiglass o di laminato e chi non l’ha introdotta è perché ha un salone più spazioso e fa occupare poltrone alerante per garantire ai clienti il distanziamento», ha confermato Roberto Corani, amministratore unico Corani & Partners.
«Abbiamo orari allungati dalle 9 alle 21 nei centri commerciali, adesso dovremo capire se resteranno aperti anche con le nuove disposizioni. I saloni fronte strada in alcune città hanno altri gli orari e chiudono tra le 19 e 21 a loro discrezione, restano tutti aperti di lunedì per permettere un dilatamento degli appuntamenti. Da quando abbiamo riaperto per evitare attese e code, abbiamo attivato un sistema di appuntamento geolocalizzato online che è guidato da un algoritmo e permette di scegliere uno slot di tempo in base al servizio prenotato, www.coranibooking.it. Poi non c’è più una zona d’attesa, non offriamo più acqua o caffè o giornali»
BULLFROG, con 17 saloni tra Italia ed estero, e per la maggior parte tutti nelle zone rosse: quattro a Milano, uno a Varese, uno a Monza, uno a Bergamo, uno a Erba, uno a Torino e uno a Bolzano.
«In attesa di leggere il testo finale del decreto e gli eventuali nuovi regolamenti, immaginiamo che la decisione di tenere aperti i parrucchieri e i barbieri sia perché è stato riconosciuto l’impegno della categoria nel rispettare le regole anti-contagio che ci erano state date in maggio ai tempi della riapertura post lockdown», ha commentato Emanuele Giannini marketing manager di Bullfrog. «Anche in Svizzera, dove abbiamo dei saloni, siamo stati i primi a riaprire insieme ai saloni dei tatuatori, perché le nostre attività prevedono controlli e sanificazioni che fanno parte del protocollo. Quindi le nuove normative non hanno imposto restrizioni per noi impossibili da rispettare. I barbieri e i parrucchieri espletano i loro servizi solo su appuntamento, gli ingressi sono contingentati e non c’è pericolo di assembramento, si usano mascherine FFP2 e visiere se si è a contatto più ravvicinato, per esempio nel momento in cui il cliente deve togliere la mascherina e fare la barba e le postazioni vengono sanificate dopo ogni servizio. Sono standard di igiene che avevamo già in passato prima del covid e che hanno reso più facile e naturale per la nostra categoria adeguarsi a queste nuove abitudine. Resta il dubbio dell’autocertificazione di cui non abbiamo informazioni precise, dobbiamo capire chi potrà venire. In piazza Alvar Alto a Milano abbiamo una postazione manicure e trattamenti viso e ancora non sappiamo se la manterremo, anche se fino a oggi tutti gli operatori di questo settore, ovvero le estetiste, hanno sempre portato visiera e mascherina FFP2. I nostri orari sono sempre i media dalle 10 alle 8».
COMPAGNIA DELLA BELLEZZA con oltre 500 saloni in Italia e CAPELLI MANIA con altri in tutto il territorio nazionale.
«Se nelle zone rosse i parrucchieri restano aperti mi rendono molto contento, sarà perché siamo stati premiati come categoria, forse perché ci siamo comportati bene. A differenza di alcuni bar e ristoranti, nei saloni i protocolli sono stati davvero seguiti, con la santificazione a fine di ogni servizio. Un’abitudine che per noi è consuetudine e dove il servizio può essere offerto sempre con mascherina. Per mangiare, purtroppo non puoi sempre tenerla, devi toglierla e se non c’è rigore, c’è rischio più alto. Evidentemente il governo avrà fatto degli accertamenti e appurato che non sono venuti fuori dei focolai significativi tra i parrucchieri e i barbieri. Secondo la mia personale interpretazione ritengo che si sia voluto garantire un po’ di benessere e felicità, al netto della sicurezza. Forse gli esperti si saranno resi conto dei benefici sull’umore generale. Apparentemente potrebbe essere considerata una cosa superflua andare dal parrucchiere, ma visto che il lavoro si può fare con mascherina si è preferito tenere i saloni aperti. Sono felice che possiamo continuare a offrire servizi alla nazione in uno scenario economico già disastroso, i parrucchieri e i barbieri rappresentano lo 0,5 % del PIL nazionale e se si può mantenere aperta la nostra attività che non ha rischi, perché ammazzarla? Quando eravamo in pieno lockdown in marzo e aprile, tra le ricerche più popolari su Google relative alla prima cosa che avremmo fatto quando saremmo potuti uscire di casa veniva fuori “prenotare un servizio dal parrucchiere”. Si vede che l’obiettivo questa volta è evitare il livello di abbrutimento che avevamo raggiunto e mantenere alto l’entusiasmo permettendo alle persone di vedersi più curate, cosa che fa bene a livello energetico e che dà uno spiraglio di positività».