Prosegue ormai da mesi uno dei duelli più incandescenti del periodo di pandemia da Covid-19, che vede protagonisti assoluti il Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca contro il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris. I due non hanno seguito certamente la stessa linea per contrastare il contagio cominciando dalla comunicazione adottata, la quale è ormai il cavallo di battaglia di De Luca, il quale ha sempre assunto toni autoritari per governare tale situazione ed a tratti anche molto comici grazie alle sue frasi ad effetto che costituiscono un cult nel suo intervento settimanale del venerdì. Ricordiamone alcune: “Feste di laurea? Vi mando i carabinieri, ma con i lanciafiamme”, “tale soggetto dovrebbe essere messo in quarantena per venti anni (in riferimento a De Magistris), “chi non indossa la mascherina è una bestia” e potremmo andare avanti ancora per tante pagine. Come si può allora intuire l’ex Sindaco di Salerno ha sempre battuto i pugni sul tavolo affinché non perdesse il controllo della situazione e non a caso a settembre è stato rieletto come Presidente della Campania con quasi il 70% di preferenze: percentuali bulgare. D’altro canto De Magistris non ha mai rilasciato dichiarazioni incisive sul contagio, anzi è apparso sempre molto contrariato alle Ordinanze di De Luca che hanno sempre previsto restrizioni. Ecco alcune sue affermazioni: “Il lungomare non lo chiudo”, “Con le Ordinanze della Regione stiamo consegnando gli esercizi commerciali alla Mafia”, “De Luca ha usato il Covid per la sua popolarità”. Insomma, ci sono state accuse reciproche molto pesanti.
Ma in modo particolare De Luca incolpa De Magistris di non aver messo un dito per la riduzione della movida ad esempio, a sua volta il Sindaco di Napoli asserisce che De Luca non ha fatto nulla di concreto per potenziare il sistema sanitario. A tal proposito il Governatore sui social più volte ha mostrato ed elencato i dati che ha in possesso, secondo cui: “La regione in questi ha raddoppiato i posti i terapia intensiva, ha effettuato tremila assunzioni nella sanità, triplicato il numero di tamponi e manteniamo dal primo mese di emergenza il più basso tasso di mortalità tra le grandi regioni d’Italia e sono attivabili ancora tanti posti letto e terapie intensive, i quali saranno attivati secondo necessità”. A quanto pare lo scontro durerà ancora per molto e vedremo se la Campania riuscirà a resistere all’onda d’urto di questa violenta seconda ondata, che è la cosa che alla fine interessa più di qualsiasi altra polemica, pur mantenendo intatta la consapevolezza di chi ha lavorato e cercato di limitare i danni e chi ha cercato di rimanere in sordina senza esporsi.
Antonio Simeoli