“Resto molto prudente, ma i nostri esperti del Cts ci dicono che la curva dei contagi si va stabilizzando. È ancora presto per dirlo, ma ci sono valide ragioni per credere che le ultime misure comincino a dare qualche risultato”.
Così il ministro della Salute Roberto Speranza su ‘La Stampa’, avvertendo che “i prossimi 7-10 giorni saranno decisivi”. Per il vaccino, all’inizio avremo dosi per 1,7 milioni di persone (personale medico-sanitario e Rsa), ma per “le vere vaccinazioni di massa dovremo aspettare il secondo semestre del 2021”. Mentre per le Feste di Natale “la mia testa è concentrata su quello che accadrà alla fine della prossima settimana; su questo che ci giochiamo tutto, non sul cenone del 24 dicembre. Questa, per me, è davvero una discussione lunare”.
Hanno debuttato da ieri le nuove ‘zone rosse’ in Campania e in Toscana e le arancio in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche mentre resta il duro scontro politico al quale, in serata a Torino e Roma, si aggiungono anche manifestazioni di piazza. La stretta nei territori e i controlli portano anche a sanzioni in particolare per i trasgressori dell’ultima sera di libertà con decine di multe a Napoli, invasa in centro dalla folla, ma anche a Torino e Roma.
L’Abruzzo verso il lockdown: nelle prossime ore il governatore Marsilio dovrebbe firmare un’ordinanza che prevede, tra l’altro, la chiusura delle scuole di ogni ordine e lo stop ai centri commerciali. Le nuove misure sono state indicate dal Cts regionale che si è riunito per valutare la situazione alla luce degli alti dati degli ultimi giorni e della crescente pressione negli ospedali. Le nuove restrizioni entreranno in vigore tra martedì e mercoledì e andranno avanti fino al 3 dicembre. Il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, e gli assessori domani incontreranno le parti sociali, i sindacati, le categorie produttive e l’Anci per illustrare la situazione. Conclusa la fase di confronto, nel corso della giornata verrà predisposta l’ordinanza, che sarà condivisa con il Governo. Il Cts, si apprende, ha chiesto all’unanimità le nuove misure restrittive. Solo sul tema della scuola non c’è stata convergenza totale.
Le misure più rigide imposte hanno continuato a suscitare anche oggi forti polemiche tra i rappresentanti locali e il governo centrale. Se ieri il ministro Francesco Boccia, pur invitando a non polemizzare con i governatori, aveva puntato il dito contro le “scorrettezze di alcuni governatori” che fanno lo scaricabarile, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato diretto. “De Luca avrà dato altro materiale per Crozza per il prossimo venerdì, mettiamola così….”, ha detto replicando a distanza di giorni al governatore campano che lo aveva criticato. L’esponente dei Cinque Stelle però ha voluto anche tendere la mano al presidente campano: “Io a De Luca voglio mandare un messaggio di pace, lavoriamo insieme per la Regione. Noi applichiamo un metodo a livello nazionale, sui dati inviati dalle Regioni”, e non ha nascosto al tempo stesso la necessità di rivedere i rapporti tra Stato e Regioni: “Quando usciremo da questa pandemia credo che dovremo rivedere alcuni equilibri di poteri tra Regioni e Stato centrale”. Dura la risposta del governatore campano a ‘Che tempo che fa’. “L’attività di sciacallaggio contro la Campania è stata avviata “perché c’era da colpire un uomo che parla chiaro, che non partecipa alle massonerie, alle aggregazione di corrente e alle corporazioni. Per questo andava colpito“. “Sono uno che sarà mai politicamente corretto – ha proseguito De Luca – Dico che Di Maio ha detto cose ignobili ed il presidente del Consiglio ha il dovere di intervenire”. “Se abbiamo però abbiamo ministri del governo che si mettono a fare sciacallaggio credo che il presidente del Consiglio abbia il dovere di non fare il cardinale di curia ma di richiamare questi ministri ai doveri di buona educazione, di correttezza istituzionale e di onestà intellettuale. Non è tollerabile che un ministro si metta a fare sciacallaggio sulla base della più completa ignoranza”, ha proseguito De Luca.
L’intervento di De Luca a ‘Che tempo che fa’
Il sindaco di Firenze Nardella chiede ‘che il governo sia trasparente sui meccanismi del colore’. “E’ molto difficile arrivare a Natale in zona arancione, ma possiamo farcela, dobbiamo mettercela tutta. Sia la risposta sanitaria, sia i comportamenti individuali sono fondamentali” precisa Nardella. Il governatore della Toscana Giani invece si è detto ‘amareggiato per il passaggio a zona rossa’. In Campania, dal 24 novembre, riprenderanno in presenza la scuola d’infanzia e primaria. In Calabria scuole chiuse dal 16 al 28 novembre. La Basilicata chiude le scuole primarie e secondarie fino al 3 dicembre
Più pacato il governatore dlela Liguria Toti. “Il mio obiettivo è vedere scendere la diffusione del virus nei prossimi dieci giorni, vedere l’Rt sotto l’1%. Vedere calare la presenza di malati nelle corsie di ospedale e i pronto soccorso meno affollati (qualche segnale già c’è)”. Lo ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti che ha annunciato di voler chiedere al Governo di far uscire dalla zona arancione la Liguria “appena i numeri saranno quelli che vi ho detto. Il mio obiettivo – ha concluso – è riuscirci dai primi giorni di dicembre, o magari anche prima”.