In tre anni Roberto Mancini ha capovolto il mondo azzurro: dall’apocalisse per la non qualificazioni ai Mondiali 2018 alla Final Four di Nations League. Un percorso incredibile di crescita merito sicuramente del ct che ha costruito un gruppo solido e pian piano ha inserito giovani, vedi Locatelli, Bastoni e Berardi al momento punti fermi di questa Italia.
Ventitre, 23, risultati utili consecutivi è qualcosa che non era neanche immaginabile all’inizio del percorso. Merito di tanto lavoro e molta umiltà: all’orizzonte ora c’è un 2021 da vivere da protagonisti. A giugno ci sarà l’Europeo dove il ct non si è nascosto e punta in alto, poi a ottobre le Final Four di Nations League, da giocare tra Milano e Torino, contro Belgio, Spagna e Francia. Sfide di lusso, un altro banco di prova per questa Nazionale che promette molto bene: l’occasione per tornare ad alzare un trofeo. Utile per aumentare la consapevolezza nei propri mezzi e meriti e anche per ridare un po’ di prestigio.
Lavoro semplice quello del ct che come prima mossa ha dato le chiavi del gioco a Insigne, uno dei grandi errori che fece Ventura contro la Svezia. Il napoletano è il simbolo di questa squadra operaia, ma che gioca bene e ha dei lampi di genio. Mancini ha puntato anche sui giovani e ha avuto ragione: Locatelli ha fatto l’ultimo step ed è diventato un giocatore totale con la maglia azzurra, poi c’è Bastoni che sarà il difensore italiano più forte del prossimo decennio. Il futuro ci sorride.