Diego Maradona è morto. Lo ha annunciato il ‘Clarin’. Il quotidiano argentino riferisce che l’ex Pibe de oro è deceduto in seguito a un attacco cardiorespiratorio mentre si trovava nella sua casa nel quartiere San Andres nella periferia di Buenos Aires, dove viveva dopo essere stato dimesso dalla clinica dov’era stato operato al cervello. Sul posto sono sopraggiunte sei ambulanze nel tentativo di rianimarlo.
Avete presente miei cari lettori quando neanche una coperta in più vi basta per stare al caldo, e quel brivido di freddo vi persuade tutta la schiena e cominciate a tremare?
Ecco, stasera Napoli si sente così ma non per il freddo ma perché adesso nella città, nella mia città qualcosa mancherà e quel qualcosa non può più tornare indietro.
Maradona, anzi per oggi solo per oggi mi permetto di chiamarlo per nome, come un amico perché in fondo Diego, è sempre stato l’amico più grande di ogni Napoletano.
Il sogno di grandi e piccini, il protagonista di storie tramandate da padre in figlio come quella fantomatica punizione contro la Juventus che ancora oggi fa emozionare tutti al solo pensiero.
Con lui si spegne una vera leggenda dal calcio. Il “Pibe de Oro” è stato l’anima della sua Argentina, nazionale con cui ha vinto i Mondiali di calcio nel 1986. Ma l’Italia lo ricorda per quello che ha fatto a Napoli, non solo perché ha vinto due scudetti nel 1987 e nel 1990, ma perché un’intera città si è innamorata di lui: Napoli è rinata grazie ai suoi gol e al suo carisma. Il suo gioco è rimasto memorabile, talmente straordinario da non sembrare opera di un essere umano.
“Sono stato e sono molto felice. Il calcio mi ha dato tutto quello che ho, più di quello che avrei immaginato. E se non avessi avuto quella tossicodipendenza avrei potuto giocare molto di più. Ma oggi questo è passato, sto bene e quello che mi dà dolore è non avere i miei vecchi”. Queste le parole di Maradona nell’ultima intervista, rilasciata al quotidiano Clarin, nel giorno del suo sessantesimo compleanno. Alla domanda su cosa desiderasse di più, rispondeva: “Che passi quanto prima questa pandemia e che la mia Argentina possa andare avanti. Spero che tutti gli argentini stiano bene. Abbiamo un Paese bello e confido che il nostro presidente possa farci uscire da questa situazione”. L’11 novembre Maradona aveva lasciato la clinica Olivos di Buenos Aires dove era stato operato alla testa il 4 novembre per un ematoma subdurale. Leopoldo Luque, medico dell’argentino, aveva diffuso la prima foto dopo l’intervento chirurgico: il Pibe de Oro appariva sorridente, sul letto e con una benda in testa. “Diego è incredibile”. “Vivo per miracolo”, aveva detto il suo avvocato, Matías Morla. Oggi la notizia più brutta.
TRE GIORNI DI LUTTO NAZIONALE IN ARGENTINA
Il Governo argentino ha ufficializzato poco fa l’istituzione di tre giorni di lutto Nazionale per commemorare Diego Armando Maradona. Una vera e propria leggenda del calcio mondiale e soprattutto l’argentino più famoso del mondo.
UN MINUTO DI SILENZIO SUI CAMPI DI CHAMPIONS ED EUROPA LEAGUE
Un minuto di silenzio prima delle partite di Champions League ed Europa League per rendere omaggio a Diego Armando Maradona, morto oggi. Lo ha comunicato la Uefa.