I contagi nelle carceri campane stanno lentamente calando negli ultimi giorni, eppure i dati restano preoccupanti perché denotano l’alto grado di rischio che caratterizza l’istituzione penitenziaria, che non è luogo né protetto dal contagio né sicuro, nonostante ciò che dicono molti commentatori. Tra la popolazione detenuta campana si registrano attualmente 71 persone positive al Covid-19, cui vanno aggiunti due detenuti in esecuzione penale esterna. I numeri più alti riguardano sicuramente il carcere di Secondigliano che ospita 60 detenuti attualmente positivi, seguito dalla casa circondariale di Poggioreale, che invece ne conta 9. Tra il personale penitenziario, sanitario e amministrativo ci sono attualmente 93 persone contagiate.
È proprio per questo che Don Franco Esposito, cappellano della Casa Circondariale di Poggioreale, La Pastorale Carceraria della Diocesi di Napoli e il Garante Campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello, hanno promosso una giornata di mobilitazione per la giornata del 19 dicembre, lanciando alla società civile, alle associazioni e ai singoli un appello dal titolo emblematico: Fame di Giustizia e Sete di Verità. Si tratta di un presidio simbolico che si svolgerà davanti alla casa circondariale di Poggioreale a partire dalle 11 e di una giornata di digiuno, per chiedere misure urgenti per svuotare le carceri e salvaguardare il diritto alla salute di tutte le persone recluse.
“Un giorno di digiuno per la dignità dei detenuti perché nessuno sia dimenticato, perché chi ha sbagliato possa pagare il suo debito non a prezzo della vita, perché chi è detenuto ha diritto alla tutela della sua vita e che il carcere non sia un luogo separato dalla società”: queste le parole tratte dall’appello cui hanno aderito già centinaia di singoli, associazioni, operatori e volontari dell’ambiente penitenziario, che hanno appoggiato una manifestazione che si prospetta quindi molto partecipata.
Come sottolineato dai promotori, si tratta di un grido d’aiuto rivolto a una politica sempre più indifferente al mondo carcerario, che pur avendone gli strumenti legislativi e giudiziari non tutela i detenuti, che non priva questi ultimi della sola libertà, ma anche del diritto alla salute e della dignità.
“Si può permettere a molti più detenuti di scontare la propria pena servendosi di misure alternative senza alcun pericolo sociale, senza allarmismi né falsi giustizialismi, perché la pena non può essere vendetta e non può essere contraria al senso di umanità e di giustizia”: questo l’invito del Garante Samuele Ciambriello a tutti gli esponenti politici, “perché sabato vengano ad ascoltare le nostre ragioni e avvertano essi stessi il disagio del mondo penitenziario”.
Siateci, perché ogni vita dev’essere salvata da un virus che non conosce limiti né barriere.
A cura di Giusy Santella