I più estremisti nelle previsioni dicono che, di carta, resteranno solo i soldi del Monopoli. Non sarà così per la maggior parte degli economisti. È certo però che il cash sta perdendo terreno e presto i pagamenti elettronici potrebbero sorpassare quelli fatti in contanti. Già nel 2021 potrebbero perdere un primato che, una previsione degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano riportata dal Sole24ore, dava alle banconote fino al 2022.
Cosa ha portato l’accelerazione? Più di tutto la pandemia da Covid 19. Sono crollati nei mesi del lockdown i prelievi. Il calo è stato del 20%. È vero con i negozi chiusi erano poche le occasioni di acquisto. È altrettanto vero che le uniche venivano dall’on line dove il pagamento è elettronico. In aggiunta la necessità di distanziamento ha portato a una scelta di non usare le banconote per toccare meno possibile quello che era passato in mano d’altri.
L’Italia resta comunque indietro rispetto al resto d’Europa. Da noi in media sono 77 le operazioni di pagamento digitali in un anno per abitante, la media dell’Eurozona quasi il doppio, 150. Nell’analisi del dicembre 2020 degli esperti del Dipartimento Circolazione Monetaria e Pagamenti al dettaglio della Banca d’Italia risulta però che i contanti sono usati sempre di più soprattutto per le piccole transazioni. Per il resto vince la modalità contactless con carta o smartphone.
È tutto il ciclo del contante che ha perso spinta: niente prelievi ai bancomat, meno acquisti cash, anche per la minore presenza di turisti e stranieri, meno soldi in contanti da versare a fine giornata. Se ne giova l’economia intera. Senza i pagamenti digitali sarebbe stato ancora più salato il conto per l’economia nei mesi del lockdown.
Su questo si è inserito il cashback che ha l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e di farlo diminuendo la circolazione del contante. Lo fa con un premio a chi fa pagamenti digitali, il valore è dato dal numero di pagamenti più che dall’alto valore di ciascuno perché il rimborso massimo per qualsiasi operazione è di 15 euro. Ne servono 50 in un semestre dal primo gennaio per vedere il ritorno sul conto corrente di massimo 150 euro. Valgono le spese fatte in negozi fisici, ma anche quelli per professionisti e artigiani, per l’assicurazione dell’auto, il bollo auto e le multe.