Cultura

Francesca Chillemi: «In Che Dio ci aiuti 6 mi sento un po’ Wonder Woman»

Francesca Chillemi - Wikipedia

L’attrice siciliana ritorna nei panni di Azzurra nella fiction Rai «Che Dio ci aiuti 6», in onda su Rai 1 dal 7 gennaio. Questa volta indosserà l’abito da novizia, altro che griffe. Ecco cosa ha raccontato ai microfoni di “Vanity Fair”.

Suor Angela (Elena Sofia Ricci) e la corazzata di amiche e amici di Che Dio ci aiuti sono pronti per la sesta stagione della fiction tanta amata dal pubblico di Rai 1 (dal 7 gennaio in prima serata). In questa nuova avventura la protagonista ritorna nel convento ad Assisi dove ha trovato la vocazione, sarà qui che dovrà fare i conti con il passato e con il padre Primo, con il quale non si parla da anni.

Quel convento è anche il luogo dove si trasferirà Azzurra (Francesca Chillemi), che ha deciso di chiudere nell’armadio i vestiti griffati per portare al collo il Crocefisso e indossare l’abito da novizia.

Inizierà proprio da qui il suo cammino nella chiesa. La immaginate Azzurra nei panni di giovane suora?

Francesca Chillemi da casa sua, in Italia (ha lasciato New York all’inizio del 2019), vuole tranquillizzare i fan: «Azzurra rimarrà sé stessa, anche se vestirà dei panni totalmente diversi, la sua parte fashion verrà meno ovviamente, ma quello che conta è il suo spirito che sarà quello di sempre: ne combinerà di tutti i colori».

Se Elena Sofia Ricci si sente come Catwoman quando indossa l’abito di Suor Angela, Francesca è «un po’ Wonder Woman», ci confessa l’attrice, mentre cerca di tenere a bada la figlia Rania che prova a intrufolarsi nell’inquadratura dell’intervista, «indossare quel vestito è una specie di maschera che ti fa entrare nel personaggio più velocemente, e poi che comodità cambiarsi una volta al giorno sul set», sorride, «non mi era mai capitato prima d’ora».

Durante la pandemia Francesca e famiglia (la figlia Rania e il compagno Stefano Rosso) erano in Italia: «Abbiamo lasciato New York nel momento migliore», ci racconta, «qui mi sono sentita più al sicuro, non avrei mai affrontato questo periodo così complicato in un paese lontano dal mio dove la sanità non è a porta di tutti». Durante il primo lockdown «ho fatto cose che non avrei mai pensato: mi sono dedicata più ampiamente alla famiglia e a me stessa, mi sono messa a studiare lo spagnolo, cosa che ho sempre desiderato, e a fare sport», ci racconta,«la seconda ondata mi sta lasciando il segno, soffro questa finta libertà, sono affaticata a livello emotivo e celebrale. Ho bisogno, come tutti, di sentirmi libera, anche se sono consapevole che dobbiamo seguire le regole».

Anche per la figlia di quattro anni non è stato facile: «Dopo 15 giorni dall’inizio dell’emergenza abbiamo smesso di seguire le notizie in tv, ci angosciavano. Rania ha capito che qualcosa non andava perché non aveva la libertà di frequentare le amichette: come tutti i bambini del mondo ama stare insieme agli altri coetanei. È stato difficile. L’unica cosa che ci ha aiutato è farle recapitare con Amazon dei regalini». Verrebbe da dire: Santa Amazon.

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