La straordinaria storia dell’esodo di migliaia di ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento per raggiungere la Palestina: Terra Promessa, il film di Daniele Tommaso, sarà disponibile sulle piattaforme On Demand su CG Digital, iTunes, Google Play, Chili per il Giorno della Memoria 2021.
Terra Promessa è una vicenda incredibile: l’epopea dei sopravvissuti ai campi di concentramento, estraniati, senza radici, senza un posto dove andare. Come cita rende noto il tabloid Ansa, ci sarà sempre una storia poco nota da raccontare, conosciuta magari solo agli studiosi, una storia che ha a che fare con la memoria che dobbiamo preservare per il passato e che, come sempre, deve aiutarci a non dimenticare, bensì a comprendere al meglio le vicissitudini del presente. Talvolta la storia umana riesce a nascondere pagine – forse per ragione di opportunità, complessità o forse per semplice oblio – di un certo spessore, pagine grandi come terre e piene di genti.
Terra Promessa, film di Daniele Tommaso, rievoca l’Aliyah Beth, quale grande piano di immigrazione illegale di migliaia di ebrei sfuggiti allo sterminio dei campi di concentramento. Tra il 1945 e il 1948 partirono clandestini alla volta della Palestina o, come preferivano chiamarla, Eretz Isreael; parliamo di persone che avevano perso tutto quello che avevano prima: cittadinanza, case, beni e affetti, sequestrati, occupati e uccisi dalla cruda macchina nazista. Migliaia di loro partirono dall’Italia e fu proprio grazie all’aiuto di tantissimi italiani se le imbarcazioni, piccole e grandi, poterono partire dai nostri porti. Una complicità in clandestinità che riscattò, in quel momento, la vergona delle leggi razziali promulgate sotto il fascismo e non solo: oggi, molti cittadini in Israele, ricordano gli italiani come fratelli e la nostra accoglienza come straordinaria.
Il film documentario, prodotto dall’istituto Luce-Cinecittà, è una scoperta continua di volti, posti, un’epopea ricchissima e ramificata con dentro un fitto intrigo internazionale, delle storiche fibrillazioni e un mare di racconti di umanità, solidarietà, svolte, incontri sorprendenti e storie, piccole sì, ma con grandi personaggi come Ada Sereni e il polacco Yehuda Arazi, il grande condottiero di questa odissea, uomo dei servizi israeliani segreti, considerato oggi – per la sua opera – uno dei fondatori del moderno stato di Isreaele.
All’Ansa Daniele Tommaso ha raccontato il “dietro le quinte” del suo strepitoso film, ricordiamo in uscita propriamente per il Giorno della Memoria. Queste le sue parole: “Ho impiegato due anni a realizzare questo documentario con tantissimi archivi del Luce e di qualsivoglia altro tipo, dallo Steven Spielberg Jewish Film Archive al film The illegals di Meyer Levin che nel ’47 aveva filmato il viaggio di una di queste navi. Pian piano che venivo a conoscenza di queste storie, delle rotte di queste centinaia di persone che attraversavano a piedi le montagne, che venivano ammassate nei camion patendo situazioni terribili con l’obiettivo di raggiungere la Terra Promessa, mi si è inevitabilmente aperta davanti una incredibile mappa dell’Italia accogliente. In ogni frase, in ogni testimonianza, è venuto fuori come la popolazione italiana abbia dato a questi sopravvissuti – polacchi, romeni, jugoslavi, austriaci – una solidarietà e un aiuto incredibile, mettendo a disposizione quel poco che anche a noi era rimasto nella tragica situazione del dopoguerra. Non voglio parlare di un risarcimento delle leggi razziali ma di una sorta di nostro piccolo riscatto”.
Di tutte quelle persone – dall’Italia in quei tre anni ne partirono all’incirca 3500 con analoghe storie anche dalla Francia – ad oggi nessuna, o quasi, è sopravvissuta: così Daniele Tommaso ha parlato con i famigliari di Ada Sereni (morta a Gerusalemme nel ’97) e di Yehuda Arazi, convocando anche le famiglie di quei protagonisti così da raccogliere testimonianze a dir poco preziose. Come quelli di una donna nata durante una traversata e un’altra venuta alla luce nel teatro 5 di Cinecittà, quale studio di Fellini che Ada Sereni e l’organizzatore avevano trasformato in ricovero per le famiglie di sopravvissuti ai campi di concentramento nell’immediato dopoguerra.