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Covid, carcere e vaccini. Il Garante Ciambriello: “i detenuti non diventino una nuova categoria di scartati”

Il perdurare dell’emergenza pandemica da Covid-19 richiede un pronto intervento anche e soprattutto con riguardo alla situazione carceraria. I dati diffusi dal Ministero della Giustizia al 19 gennaio 2021 fanno registrare sul piano nazionale 666 detenuti positivi al Covid più 26 ricoverati; 612 positivi tra agenti di polizia penitenziaria e personale, più 14 ricoverati in ospedale.

In Campania, ieri, si registravano 68 contagiati tra i detenuti: 1 a Santa Maria Capua Vetere e 64 a Secondigliano più 3 in ricovero ospedaliero; invece, ci sono 53 contagiati tra agenti di polizia penitenziaria e personale sanitario. Inoltre, si segnala che al momento, sempre a Secondigliano, centinaia di detenuti sono sottoposti a quarantena precauzionale e fiduciaria, essendo stati a contatto con detenuti positivi, e il prossimo lunedì si procederà a sottoporre a tampone tali detenuti.

A fronte di questi dati, il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello dichiara: “Il carcere, come si sta vedendo, è tutt’altro che un luogo immune al virus, come invece dichiarato dalla politica e da improvvidi operatori della giustizia. È forse necessario attendere una quantità eccessiva di morti per parlare di carcere e Covid, o il solo rischio è sufficiente per affrontare la questione? Se sono già decine di migliaia i contagiati in carcere in tutta Italia, e un migliaio nella sola Campania, le conseguenze sanitarie, fisiche, psicologiche di tale contagio vanno affrontate”.

Il Garante interviene anche sulla questione vaccini, mettendo a fuoco il rischio che quella dei detenuti diventi una categoria di ‘scartati’: “è giusto, come si sta già facendo, procedere alla vaccinazione degli operatori sanitari nelle carceri, così come per gli agenti di polizia penitenziaria e gli operatori penitenziari. Mi chiedo, però, visti i focolai di contagio in tutta Italia, quando i detenuti malati cronici con età superiore a 60 anni, che si trovano nei SAI (Servizi di Assistenza Intensificata) delle carceri, riceveranno anch’essi tale possibilità, sempre chiaramente su base volontaria? O forse sono cittadini di serie b, cosiddetti scartati? Il rischio che vedo infatti è quello di un razzismo di ritorno verso persone che avrebbero diritto al vaccino ma non l’ottengono solo perché detenuti”.

Infine, il Garante Ciambriello stigmatizza il fatto che, in questa seconda fase di pandemia, il numero di detenuti della Regione Campania che hanno beneficiato di misure premiali ed eccezionali sia estremamente ristretto: “mi auguro che la magistratura di sorveglianza discuta in tempi ragionevoli delle istanze di liberazione anticipata dei detenuti, per consentire a quanti più detenuti possibile di beneficiare dell’esecuzione della pena presso il domicilio con o senza braccialetto elettronico. Lo stesso vale per le istanze per l’affidamento in prova ai servizi sociali, le richieste per la semilibertà nonché per i ristretti gravemente ammalati che possono beneficiare del differimento dell’esecuzione della pena”.

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