“L’Italia è in recessione”, “Il PIL è calato dello “0,2%”, “gli 80 euro non hanno prodotto gli sperati effetti sull’economia italiana”. I titoli dei giornali e i commenti dei media non rassicurano certo gli italiani in partenza per le vacanze, e la politica italiana, tra ostruzionismi, lotte interne, e bagarre varie, sembra avvolta dal solito immobilismo a cui siamo abituati da anni. Eppure qualcosa si muove, qualcosa a cui sembra non tutti abbiano dato il giusto rilievo visto le ricadute che questo “qualcosa” potrebbe avere sull’economia nazionale.
Nei giorni scorsi gli imprenditori italiani si sono visti recapitare nella propria casella elettronica di posta certificata una e-mail delle Camere di commercio, una comunicazione non priva di importanza per le aziende che versano in uno stato di salute alquanto precario.
«Caro Imprenditore
il Ministero dell’economia e delle finanze ha chiesto ad Unioncamere di attivare la rete delle Camere di commercio sul territorio per informarti e sensibilizzarti sulle opportunità oggi disponibili in materia di pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione»
Questo l’inizio della comunicazione, che continua:
«Ti ricordo, al riguardo, che è operativa una Piattaforma per la certificazione dei crediti (o sistema PCC), disponibile al sito http://certificazionecrediti.mef.gov.it/CertificazioneCredito/home.xhtml mediante la quale i creditori della pubblica amministrazione possono chiedere il riconoscimento del proprio credito commerciale (c.d. certificazione). In caso di inerzia della Pubblica amministrazione, il creditore, mediante la stessa Piattaforma, potrà chiedere la nomina di un commissario ad acta che si sostituirà all’amministrazione inadempiente.»
Ora, tenuto conto che uno dei problemi delle aziende italiane è proprio quello della riscossione dei propri crediti nei confronti degli enti pubblici va da sé che la comunicazione è di vitale importanza. Molte piccole imprese infatti finiscono in sofferenza proprio per la mancanza di liquidità causata dalla difficoltà di esigere il pagamento dei lavori effettuati o delle merci vendute alla pubblica amministrazione (nel caso di aziende sanitarie a volte i tempi diventano biblici).
Ma probabilmente, al di là dell’inizio che lascia ben sperare, la parte più significativa della mail è quello che segue, in cui si specifica che:
«se hai un credito nei confronti di una Pubblica amministrazione diversa dallo Stato, maturato al 31 dicembre 2013 e già certificato, il tuo credito è assistito da garanzia dello Stato e le condizioni praticate dalle banche alle quali puoi cederlo per ottenere immediata liquidità sono particolarmente vantaggiose (la percentuale di sconto, comprensiva di ogni onere e commissione, è dell’1,90% in ragione d’anno per importi di ammontare del credito o dei crediti ceduti sino a 50.000 euro, ovvero dell’1,60% in ragione d’anno per importi eccedenti i 50.000 euro)»
E ancora ribadisce
«Se poi hai un credito maturato sempre entro il 31 dicembre 2013 e non hai ancora presentato istanza di certificazione tramite la Piattaforma DEVI AFFRETTARTI: la garanzia dello Stato e le condizioni vantaggiose di cui sopra ti saranno concesse solo se presenterai istanza di certificazione entro il 23 agosto 2014.»
La piattaforma per la certificazione dei crediti infatti dal 1 luglio 2014 consente di svolgere tutte le attività previste dall’articolo 27 del D.L. 66/2014, convertito in legge con modificazioni dall’art. 1 della L.89/2014.
Stiamo parlando insomma dello stesso decreto più conosciuto per gli “80 euro”, che ha appunto introdotto, oltre allo sgravio Irpef per alcune categorie, nuove norme e nuovi strumenti per la riscossione dei crediti da parte delle aziende.
Singolare che di queste nuove norme e nuove possibilità che potrebbero avere sulle nostre aziende e quindi sull’economia del paese una ricaduta positiva, non si parli. Una iniezione di liquidità per le aziende in difficoltà potrebbe anche tradursi infatti in un incremento degli investimenti e in nuove assunzioni.
Fanno sicuramente più notizia le peripezie politiche legate alla vicenda Riforme Istituzionali. Non sarà certo però il nuovo Senato comunque sia composto a mettere soldi in tasca a tutti gli italiani, mentre alcuni aggiustamenti della lenta macchina burocratica statale potrebbero agevolare, seppur minimamente, lo sviluppo di tutto il paese. Speriamo che i nostri imprenditori sappiano coglierle.