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Violenza sulle donne: le vittime ricorrono più agli ospedali che alle forze dell’ordine

Per cercare aiuto, le donne vittime di violenza tendono a rivolgersi più ai presidi sanitari che a quelli delle forze di polizia.

Ad evidenziare questa tendenza,  un report dell’Osservatorio degli Ordini Medici della Professione Femminile dello scorso sedici luglio. Per questo, oltre a puntare di più e meglio sulla formazione degli operatori delle forze dell’ordine, credo sia necessario anche un maggior impegno da parte di tutti gli enti e livelli istituzionali coinvolti per diffondere e mettere in rete su tutto il territorio nazionale le buone pratiche già esistenti e sperimentate dai presidi di pronto soccorso nelle varie regioni italiane. In tal senso, dal momento che in Campania è in via di estensione a tutta la rete regionale dei presidi sanitari coinvolti lo strumento del doppio referto medico e psicologico, introdotto per la prima volta in via sperimentale dal pronto soccorso dell’Ospedale San Paolo di Napoli, sarebbe auspicale un impegno del governatore Stefano Caldoro per proporne l’estensione anche al di fuori dei confini regionali, a tutta la costituenda rete nazionale, nell’ambito della task force voluta dal governo per elaborare il piano nazionale anti violenze.

Caso unico in Italia, il referto psicologico consente di accertare, oltre allo stato psichico della donna e all’anamnesi delle eventuali violenze pregresse, anche la presenza di ‘indicatori di lesività’ per l’integrità psico-fisica della vittima e permette in tal modo di attivare tempestivamente, se necessario, forze dell’ordine e magistratura inquirente. Sicura degli effetti positivi che la diffusione di questo strumento potrebbe avere non solo in Campania ma su tutto il territorio nazionale, come presidente del comitato Pari Opportunità della Camera dei Deputati chiederò nei prossimi giorni un impegno al presidente della Regione Stefano Caldoro.

E’ necessaria la massima sinergia e la massima collaborazione tra tutti gli enti e le istituzioni competenti per rendere concretamente operative le misure di tutela e di prevenzione previste dal decreto sul femminicidio convertito in legge dal Parlamento

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