Frazionare un acquisto con carta di credito o bancomat in più acquisti e scalare così la classifica del cashback. Una missione per qualcuno, che per avere il rimborso di una piccola parte della spesa dei propri acquisti sta mettendo in atto azioni che agli esercenti non piacciono per nulla (a ragione).
Cashback: in arrivo un limite ai micropagamenti?
Si lavora infatti a una stretta contro i furbetti del cashback. Ma come mai c’è chi fraziona gli acquisti? Non per avere più rimborsi, bensì per salire in classifica e ottenere così un posto tra i centomila fortunati che a luglio intascheranno il cosiddetto super cashback da 1500 euro.
Il Super Cashback da 1.500 euro a semestre verrà accreditato insieme al Cashback del semestre gennaio-giugno 2021 entro la fine di agosto, direttamente all’IBAN indicato da chi partecipa. Da alcune settimane sulla App IO, nella sezione portafoglio, accanto al conteggio delle transazioni effettuate, c’è la propria posizione nella classifica del cashback. Quest’anno, infatti, il rimborso del 10% delle spese fatte con moneta elettronica, e che a dicembre ha terminato la sua fase sperimentale, si arricchisce di un premio ulteriore da 1.500 euro rivolto ai primi 100 mila utenti per numero di transazioni.
Attenzione: non sostituisce il cashback tradizionale, bensì lo integra. Oltre al Cashback, a partire dal 1° gennaio 2021 i primi 100mila partecipanti che, nel singolo semestre di riferimento, abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni con carte e app di pagamento registrati ai fini del Programma, ricevono un Super Cashback di €1500. Anche in questo caso, non c’è un importo minimo di spesa.
Super cashback e pagamenti frazionati: che cosa succede
I commercianti però non ci stanno: loro le commissioni le pagano, e PagoPa, la società in house di Palazzo Chigi che gestisce l’app Io, principale porta d’accesso al cashback, non dovrebbe avere troppi problemi a individuare chi ha compiuto nello stesso negozio pagamenti ravvicinati da pochi centesimi. Ora come ora non ci sono “esclusioni”, sia ben chiaro; tutte le transazioni sonon valide ai fini del cashback. Buonsenso suggerisce però di mettere al più presto un limite al numero di micro-pagamenti validi ai fini del cashback che sarà possibile effettuare nell’arco di un giorno nello stesso negozio. Almeno per le transazioni che non raggiungono l’euro, secondo il Messaggero.
I primi a raccontare di scene surreali sono stati i benzinai. A Treviso un gestore ha trovato il proprio registratore di cassa del distributore automatico senza carta e circa 150 scontrini fatti, tra le 8 e le 10 della sera precedente, per un importo di spesa di soli 50 euro in totale. Transazioni da 30, 50 e 70 centesimi. Micropagamenti per salire nella classifica del supercashback. Figisc-Confcommercio ha messo in chiaro che così non va e non può andare avanti: “Il ricavo di un benzinaio su un litro di benzina è pari in media a circa 3 centesimi lordi, ecco perché i furbetti del cashback rappresentano un pericolo per la nostra categoria. Se non si troverà al più presto un rimedio al problema, molti gestori di impianti decideranno di lasciare spento il self service di notte pur di non correre rischi”. L’adesione al Cashback – lo ricordiamo – è volontaria non solo per i cittadini ma anche per gli operatori del settore dei pagamenti.