Situazione calda in Ecuador, dove all’interno di ben 4 carceri del Paese sono esplose delle rivolte. Hanno perso la vita 50 detenuti dei centri penitenziari di Guayaquil, El Turi, Cotopaxi, come riporta il sito del quotidiano ‘El Comercio’. Gli agenti della polizia stanno facendo ciò che possono per gestire la situazione interna e far tornare le strutture penitenziare alla normalità, mentre i militari si occupano di sorvegliare la struttura dall’esterno. Oltre ai quattro carceri sopracitati, ci sono stati disordini anche nella prigione di Lacatunga, ma non si conosce il numero di vittime al momento.
Ad esprimersi sulla faccenda è stato il ministro dell’Interno ecuadoriano, Patricio Pazmiño, dichiarando ai media che tutto il caos sia stato generato dal crimine organizzato.
‘’Un’azione concertata da organizzazioni criminali per generare violenza nelle carceri.’’
Anche il Presidente della Repubblica, Lenin Moreno, la pensa allo stesso modo, ed anch’egli punta il dito contro le mafie, descrivendo le rivolte carcerarie come ‘’una lotta tra mafie organizzate’’ ed ha garantito ai media che le forze dell’ordine si stanno impegnando al massimo che ristabilire l’ordine nelle strutture e per garantire la sicurezza di tutti i detenuti.
Inoltre il presidente Moreno racconta di come nel 2019, durante la carica di Rafael Correa, i sostenitori di quest’ultimo assoldarono dei criminali in libertà per causare disordini e contrastare le proteste dei degli indigeni. Infatti Moreno sospetta che proprio questi sostenitori muovano i fili dietro le rivolte nelle prigioni.
A cura di Loris Lo Masto