Salagadula megicabula bibbidi-bobbidi-bu
Se le pronunci che avviene laggiù?
Bibbidi-bobbidi-bu!
Ieri sera, ci è sembrato di vedere la Fata Smemorina sul palco dell’Ariston. Ah no! Era Amadeus, color..azzurro! Per la quarta serata del Festival il conduttore ha scelto questo colore (a fantasia cangiante, ovviamente) per la giacca del suo tuxedo. Decisamente meglio del rosso della terza serata. Ama, ieri sera hai raggiunto la sufficienza. Conto che per l’ultima sera ci stupirai. Però, oggi non vorremmo commentare i look della quarta serata.
Cari lettori, vorremmo parlarvi di tutto il lavoro che c’è dietro questo grande spettacolo.
Sanremo, questo significa: costumi, trucco, parrucco, prove e coreografie.
In tutto ciò, le restrizioni Covid hanno complicato la vita a tutti. I tempi si sono dimezzati, ma il lavoro si è triplicato con il distanziamento, il continuo disinfettarsi, la misurazione della temperatura, i tamponi. Insomma, si fanno i salti mortali ed è dura. Però, dobbiamo ammettere che ne vale la pena.
Al Festival avviene tutto con grande frenesia. Mentre nel cinema tu hai il tuo spazio contenuto, il container in cui puoi lavorare al trucco in serenità, nei festival come Venezia, Cannes e nelle sfilate di moda la serenità la perdi. Senti la frenesia di una macchina che hai attorno. Bisogna quindi lavorare puntando dritto sull’obiettivo, senza distrazioni. Quest’anno il palco è molto difficile per un discorso di luci. A causa del Covid, poi, tutto è complicato e anticipato: il trucco viene realizzato anche 6 o 7 ore prima. Hai quindi la necessità di ragionare bene e di capire che non avrai controllo totale sul trucco, dovrà durare un’eternità e dovrà essere impeccabile sotto i riflettori.
Sanremo è da sempre blindato, ma quest’anno un po’ di più. Se già nelle passate edizioni l’aerea dell’Ariston era considerata invalicabile tranne che per gli addetti ai lavori, chiamati al più massimo riserbo non solo per l’organizzazione interna, ma anche per gli orari e lo svolgimento delle prove generali, a questo giro tutto sembra più ovattato del solito. Nessun parterre accalcato fuori dal teatro, nessun sosia di Pavarotti in giro a farsi selfie con i turisti.
Ma per dare vita a questo grande spettacolo che ci sta tenendo compagnia, dando una botta di vita agli italiani.
La Martino, dovete sapere che aspetta questo spettacolo ogni anno, come si aspetta il giorno del Compleanno. Ma si sa, per poter dare vita a tutto questo, la macchina organizzativa è in funzione da settimane e vede il presentatore e il direttore artistico Amadeus direttamente sul campo ormai da giorni.
Il budget è ridotto, Ferrero si è tirata fuori, Costa Crociere non si sa e Amadeus cerca di portare a casa il Festival più difficile della storia, ancora più complesso di quando nel 2004 Simona Ventura lo organizzò senza l’appoggio delle case discografiche, nel migliore dei modi. Insieme a lui in questi giorni c’è anche Fiorello, la spalla che non lo lascia mai solo. Un po’ come la Iannicelli che, nel bene o nel male non abbandona mai la Martino.
La scenografia – bellissima e futuristica – realizzata da Gaetano e Chiara Castelli, sviluppata su una superficie più ampia rispetto agli anni scorsi a causa dell’assenza del pubblico, è già illuminata: le riprese televisive sono più agili, ma il rischio è capire come riempire il silenzio di un teatro lasciato senza fischi e senza applausi. Lo show, però, va avanti con uno sforzo incommensurabile e va applaudito, nonostante tutto.
Continui sono i ringraziamenti fatti sul palco. Ma in questo particolare momento è il mondo della musica che ringrazia Sanremo: tutti quello che lavorano dietro le quinte. Sono invisibili eppure ci sono sempre stati. Perchè dietro uno spettacolo, non importa la sua vastità, c’è una grandissima macchina dietro che lavora. Essere umani, professionisti, lavoratori che da un anno sono fermi senza lavoro.
Allora, cari lettori, noi con questo articolo vogliamo omaggiare loro. Purtroppo non si muore solo di covid ma anche per colpa del covid che da un anno a questa parte ha stravolto le vite di tutti, bloccando sogni e aspirazioni.
Sanremo sarà pure contraddizione, come sempre e com’è giusto che sia, ma è una boccata di aria fresca. Quel pizzico di colore in questa nuova realtà che vuole essere poco colorata.