Economia e Welfare

Vaccini: Johnson&Johnson non assicura le 55 milioni dosi all’Ue

Johnson&Johnson ha comunicato all’Unione Europea di avere problemi di approvvigionamento che potrebbero complicare i piani per fornire 55 milioni di dosi del suo vaccino contro il coronavirus nel secondo trimestre dell’anno. Lo hanno riferito fonti Ue all’agenzia Reuters.

Il vaccino di J&J, che richiede una sola dose, dovrebbe essere approvato l’11 marzo dall’Ema. L’azienda si è impegnata a fornire 200 milioni di dosi all’Unione europea per il 2021.

Il processo produttivo innovativo” del vaccino russo Sputnik “aiuterà a creare nuovi posti di lavoro e permetterà all’Italia di controllare l’intero processo di produzione del preparato. Questo permetterà la produzione di 10 milioni di dosi entro la fine dell’anno“. Lo fa sapere la Camera di Commercio Italo-Russa.

Ha sede a Lugano, in Svizzera, ma stabilimento produttivo anche a Caponago, in provincia di Monza e Brianza, la società biofarmaceutica Adienne Pharma & Biotech che produrrà in Italia, a partire da luglio, il vaccino russo Sputnik V. Nata nel 2004, negli anni si è specializzata nella produzione di farmaci di nicchia – si legge sul suo sito internet – spesso trascurati dalle grandi produzioni, per curare le cosiddette malattie rare o orfane. In particolare nella ricerca e nella commercializzazione sull’oncoematologia, sulle malattie autoimmuni, sul trapianto di organi e di midollo osseo. Per le sue produzioni ha ricevuto anche diversi riconoscimenti. L’azienda è presieduta da un italiano, Antonio Francesco Di Naro, una lunga carriera nel settore farmaceutico, che è anche co-fondatore dell’azienda.

Per raggiungere la cosiddetta immunità di gregge sarà necessario vaccinare l’80% della popolazione italiana. Lo ha detto il presidente dell’Accademia dei Lincei, Giorgio Parisi, nell’audizione davanti alla Commissione Igiene e Sanità del Senato.

 

ANSA

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