La contemporary house gallery di Caserta Arterrima in collaborazione con il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della Sun organizza la mostra personale di Peppe Ferraro, dal titolo “MURI” a cura di Luca Palermo. L’evento è in programma per sabato 20 febbraio al Palazzo delle Arti di Napoli (PAN). Alle ore 17 la presentazione del volume dedicato all’artista e il cui titolo è “Peppe Ferraro. I Muri: memoria storica, sovrapposizioni, identità”. Saranno presenti: Nino Daniele assessore alla cultura e turismo del Comune di Napoli, Antonello Ricciardi direttore di Arterrima. Quindi, Gaia Salvatori per la Sun, il critico d’arte Enzo Battarra, l’architetto Maria Maddalena Simeone e lo storico dell’arte Luca Palermo. L’impostazione grafica del catalogo è dell’architetto Giuseppe Iannotta. Testi di Nino Daniele, Luca Palermo, Enzo Battarra, Gaia Salvatori, Maria Maddalena Simeone. Va segnalato poi che tutte le fotografie in catalogo sono di Giovanni Izzo, sia le riproduzioni delle opere di Peppe Ferraro sia alcune libere interpretazioni dei lavori.
Alle ore 18, poi, il vernissage. La mostra rimarrà aperta fino al 28 febbraio. Media partner dell’evento Ondawebtv.
In esposizione i calchi ottenuti da un frammento di muro in tufo, solcato dal passaggio dei carri che trasportavano la canapa. E ancora, le tele che riprendono l’idea del muro trasposta sulla bidimensionalità della tela stessa. Non sono, dunque, semplici creazioni estetiche, quanto piuttosto stralci di memoria storica trasfigurati che, nella società liquida postulata da Bauman, si rischia sempre più spesso di perdere. Allo stesso tempo i “muri” sono per Peppe Ferraro anche un viaggio nella propria coscienza e nella propria identità. Il muro parla, racconta una storia, restituisce uno spaccato di memoria; i solchi sono vere e proprie persistenze antropologiche, segni di un comportamento umano e di un’esistenza ricca di ritualità e tradizioni. Peppe Ferraro analizza la storia, la sua storia e quella del suo territorio: lo fa, tuttavia, senza alcun tipo di nostalgia per un passato che non tornerà più; questi lavori, una sorta di ready-made di duchampiana memoria, sono semplici tracce alle quali lo spettatore attribuirà il significato che più ritiene consono. Con l’intera esposizione si intende evidenziare, oltre al valore intrinseco della produzione del maestro Ferraro, la sua consonanza con un clima culturale che, sviluppatosi nella seconda metà del novecento, è stato capace di dialogare con la produzione artistica più all’avanguardia in Europa nello stesso periodo.