“Riformare la democrazia, cambiare la politica”. Con queste parole il docente universitario Samuele Ciambriello ha aperto l’incontro “Le competenze. Esperienze professionali a confronto” , svoltosi ieri presso l’Istituto dei Padri Salesiani di Napoli Don Bosco. Al convegno, promosso dall’associazione La Mansarda, presieduta da Ciambriello, presente anche il consigliere regionale uscente e candidato nella lista Pd alle Regionali della Campania, Antonio Marciano. L’iniziativa è nata con l’obiettivo di tracciare uno spaccato del terzo settore. Un faccia a faccia tra esperienze e testimonianze del mondo delle professioni.
Samuele Ciambriello ha introdotto la conferenza soffermandosi sul significato della parola ‘riformare’. “I significati di questo termine – ha detto il professore – possono essere due: formare di nuovo qualcosa o trasformare qualcosa attraverso modifiche e innovazioni. Riforma e riformismo sono due termini molto utilizzati e pertanto anche molto abusati. A volte sono parole utilizzate per indicare che c’è necessità di cambiamento ma non indicano in quale direzione deve andare questo cambiamento. Io vorrei usare il termine riforma nel modo più radicale. Ma lo voglio fare anche e soprattutto da credente, da chi sa che non solo attraverso la fede, ma soprattutto attraverso le opere è possibile trasformare l’uomo e renderlo migliore”. Dai professionisti ai sindacalisti, dagli operatori del mondo della scuola e della sanità ai dirigenti pubblici e docenti universitari, tanti sono stati gli operatori del terzo settore intervenuti per raccontare la loro esperienza, esporre criticità e proporre nuove dee per la futura classe politica. Diverse anche le tematiche toccate. Manuela Capozzi, responsabile di un’associazione di volontariato da lei presieduta, si è soffermata sui minori a rischio. “C’è bisogno – ha detto la Capozzi – di dare più attenzione al terzo settore. E’ necessario stanziare più fondi e stabilire una progettualità che si basi sulle vere esigenze e i veri bisogni del territorio. Oggi la mancanza di fondi avvilisce l’intero terzo settore, in particolar modo gli operatori sociali che non riescono più a dare una mano a chi vive in situazioni di disagio”. L’incontro è proseguito con l’intervento del docente Salvatore Laino che ha portato l’attenzione sul “caos scuola” e sulla grave problematica della dispersione scolastica. Si è parlato di sanità. Il dott. Gennaro Trezza ha ricordato che la Campania è ultima in Italia nei livelli minimi di assistenza, e questo pessimo risultato è la diretta conseguenza delle scelte politiche sbagliate dell’ultimo lustro in campo sanitario. Si è parlato di impresa. Giuseppe Filosa, rappresentante Rsu Alenia-Aermacchi di Pomigliano d’Arco, si è mostrato preoccupato per il futuro incerto degli stabilimenti campani di Finmeccanica. Dopo la chiusura della sede di Casoria, anche quella di Capodichino (Napoli) sarà presto ceduta alla Newco Atitech Manufacturing srl. “C’è un problema che riguarda non solo la salvaguardia dei posti di lavoro, ma anche la tutela delle competenze” ha detto Filosa.
Si è parlato anche di tossicodipendenza e della situazione delle carceri. “C’è bisogno di volontari, – ha detto Padre Carlo De Angelis -, bisogna aiutare a reinserire i carcerati nella società. Bisogna essere più solidali come ci ha ben insegnato Papa Francesco”.
Con la proiezione di alcune slide, Luca Sorrentino, responsabile Legacoop sociali Campania, ha illustrato gli ultimi dati relativi alla spesa sociale in Campania. In pochi mesi sono stati tagliati oltre 140 milioni di euro: tra i più colpiti i disabili che non hanno più servizi e gli anziani che non hanno più assistenza. “Per rilanciare il terzo settore – ha detto Sorrentino – il neogovernatore dovrà fare un grande sforzo, considerando quello che non è stato fatto negli ultimi 5 anni. Basta solo pensare che le risorse per le politiche sociali e per i diritti dei cittadini campani sono state tagliate dell’84%. La prima cosa che dovrà fare il governatore, se vorrà ridare dignità e centralità alla persona nelle politiche regionali è rifinanziare le politiche sociali. Mancano all’appello oltre 100 milioni di euro. E’ necessario che il nuovo presidente della Regione si assuma l’impegno di ricostituire il fondo regionale per le politiche sociali e stabilire una quota regionale uguale per tutti i cittadini della nostra regione”.
Tra gli interventi anche quelli dell’avvocato Marco Mainardi, della docente Alessandra Nappo, del consulente aziendale Mario Lanza, del dirigente del consiglio regionale della Campania Antonio Martucci e del volontario della casa circondariale di Poggioreale Gianni Scalamogna.
“Le esperienze che abbiamo ascoltato oggi – ha commentato Samuele Ciambriello – servono a riformare la burocrazia e a cambiare la politica. La democrazia è la distribuzione di saperi, di meritocrazia, di concorrenza, ma anche della cultura del fare. E queste esperienze dimostrano che c’è un città invisibile che spesso da il lustro all’altra città, quella che esce sui giornali. Spesso una società anche politica che fa polemica. Qui abbiamo voluto parlare della buona notizia, delle buone notizie che ci sono in questa città, per cambiare la politica. Noi abbiamo bisogno di gente che vive il radicamento territoriale e la radicalità delle scelte, la politica in fondo è una delle forme più alte e nobili, ma anche più esigenti per costruire il bene comune. Abbiamo fatto questa esperienza con La Mansarda insieme a Marciano che ci segue da diverso tempo perché vogliamo tallonarlo in quello che farà dentro il Consiglio regionale, che non deve essere un consiglio regionale vuoto, ma propositivo. Accanto ai programmi ci sia la ripartenza. Per noi occorre ripartire dalle periferie e dalle politiche sociali”.
A concludere l’incontro Antonio Marciano con alcune riflessioni sulla condizione del terzo settore e su come dovrebbe agire l’amministrazione entrante per soddisfare le esigenze delle diverse competenze professionali. “Bisogna dare, innanzitutto, – ha detto il consigliere regionale – riconoscimento a questo merito che esiste nella nostra regione, il mondo delle professioni, delle attività produttive, della ricerca, dei saperi. Un merito che è stato mortificato da 5 anni di non governo, da scelte strategiche che si potevano fare e si dovevano fare in settori vitali della nostra regione: nella cultura, nella cooperazione sociale, nelle politiche sociali, nelle attività produttive. Bisognava spendere di più e meglio i fondi europei, fondi che invece stiamo rimandando pari pari all’Europa. Ecco, noi vorremmo ripartire da qui. Quando raggiungeremo il governo regionale della Campania cancelleremo la parola eredità. A noi è chiaro cosa troveremo. Troveremo una regione più precaria, più indebolita nel suo tessuto sociale ed economico e produttivo, ma sappiamo da dove ripartire per dare un presente e un futuro alla nostra regione”.