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Acli Book: domani la presentazione del nuovo libro di Samuele Ciambriello sullo stato delle carceri

Ultima tappa di Acli Book, il ciclo di presentazioni di libri di contenuto sociale nei circoli della provincia di Napoli dell’associazione dei lavoratori cristiani prima della pausa estiva. Domani, martedì 28 luglio alle ore 18, presso la sede del circolo Acli “Orizzonti”, in via Tropeano 32, Rione Alto, Napoli, sarà presentato il volume “Carcere. Idee, proposte e riflessioni” del garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello.

“Parleremo, ancora una volta, di pena, detenzione, diritti delle persone private della libertà, di dignità umana” spiega il presidente delle Acli di Napoli, Maurizio D’Ago. Insieme all’autore, parteciperanno alla presentazione la direttrice del carcere di Secondigliano Giulia Russo, il garante dei detenuti del Comune di Napoli Pietro Ioia, il presidente di Federconsumatori Rosario Stornaiuolo e Ciro Giacco aclista impegnato nella pastorale carceraria.

Nel volume, edito da Rogiosi, Ciambriello ricorda che “carcere è l’anagramma di cercare, cercare per ricostruire, per ritrovarsi, per seguire una strada che è tracciata anche dalla Costituzione: assumersi le responsabilità, per trovare se stessi, rispettando i diritti delle persone”. Samuele Ciambriello, giornalista, scrittore, professore, è attivamente impegnato da 40 anni nella lotta per i diritti delle persone sottoposte a restrizioni della libertà personale e Garante dei Detenuti della Regione Campania da ottobre 2017. Presidente dell’Associazione La Mansarda, Ciambriello, dopo diversi anni, ha sentito l’esigenza di ‘scrivere di carcere’, di trattare del complesso sistema penitenziario, ma soprattutto delle esperienze di vita vissuta in esso annidate, di diritti negati, di affettività, partendo da un’attenta analisi, attraverso attività di monitoraggio, osservazioni, colloqui, sopralluoghi, progetti, il tutto rifacendosi all’art. 27 della Costituzione, che recita «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».

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