ultimissime

ADOLESCENTI A RISCHIO E BABY BOSS.ADOLESCENTI A META’.UNO SPECIALE DI JULIEITALIA

Al momento la regione Campania conta un numero molto alto di ragazzini reclusi presso istituti penali per minori.  50 minorenni sono detenuti solo al carcere di Nisida e circa 30 ad Airola. Oltre 50 minori, con età inferiore ai 18 anni,  si trovano presso le dieci comunità convenzionate con il ministero della Giustizia – dipartimento giustizia minorile.

Alle spalle dei piccoli detenuti resta poi una schiera di 5000 minori che ogni anno si avvicinano al mondo criminale e commettono reato. Si tratta di un vero e proprio esercito invisibile di giovanissimi che nella maggior parte dei casi vivono in contesti disagiati e devianti, che non hanno speranze di condurre uno stile di vita sano.

Sempre più minori infatti smettono di cercare alternative più dignitose e legali per il loro future. Così, la cronaca locale e nazionale riempie, girono dopo giorno, intere pagine di storie violente che coinvolgono da vicino piccoli aspiranti boss e promettenti baby gang che sono ormai fuori controllo.

Anche nello speciale trasmesso ieri su Julieitalia e Sky819 si è dibattuto sul dilagante fenomeno della microcriminalità partenopea diventa una piaga sociale del nostro tempo. Il dibattito si é articolato alla presenza di figure autorevoli ed esperti del settore quali: magistrato Nicola Quatrano, Pietro Avallone, giudice del Tribunale dei minori, Silvia Ricciardi, rappresentante della comunità minorile Jonathan e il giornalista del quotidiano La Repubblica,  Dario Del Porto. Il dibattito é stato promosso e moderato dal giornalista Samuele Ciambriello, presidente dell’associazione “la Mansarda”. Samuele Ciambriello apre la trasmissione con parole che fanno riflettere descrivendo questi giovani criminali come: “adolescenti a metà con la morte dentro”. Chi sono allora questi minori? E quali storia celano alle spalle?

Secondo il Giudice Avallone, l’assenza familiare è uno dei fattori che maggiormente influiscono sullo stile di vita adottato da questi giovanissimi che, con estrema facilità, si perdono nei meandri della malavita. Tuttavia, anche il fattore ambientale resta una delle principali cause della contaminazione. Tra i quartieri più a rischio infatti è dato certo che il tasso di microcriminalità è altissimo.  “Si tratta di giovani emarginati il cui profilo, seppur varia di caso in caso, presentano un identikit comune che rendono la questione della microcriminalità, una questione generazionale – spiega Nicola Quatrano, che prosegue –  bisogna dare un’alternativa a questi giovani, un’alternativa che non sia quella di finire in galera, morire ammazzato o pentirsi. Questo non è un approccio che può tendere al recupero”. Dario Del Porto porta poi all’attenzione un aspetto cruciale che dona rigore e forza ai microcriminali: la droga. La presenza della droga intesa da un lato come business e dall’altro come uso stesso delle sostanze stupefacenti rende rigoroso e forte l’ambiente micro e macro criminale.  Le matrici di questa devianza giovanile risiedono soprattutto nella solitudine di valori e relazioni spiega il giudice Avallone, che definisce questo nuovo tipo di solitudine “la nuova povertà”.  Occorre dunque lavorare di prevenzione – prosegue Pietro Avallone – per ovviare alle carenze familiari ed in questo lo stato deve essere in grado di offrire una speranza perché anche quando questi giovani ottengono qualifiche, non gli si viene offerta una prospettiva lavorativa che possa distogliere l’attenzione dal mondo criminale” conclude. Silvia Ricciardi dal suo canto spiega l’importanza del lavoro svolto anche dalle comunità minorili come la onlus Jonathan, che rappresentano un piccolo tassello di progetto più grande che propone di identificare i ragazzi, rendendoli visibili agli occhi della società.

 Da qui nasce l’urgenza da parte delle istituzioni di trovare risposte immediate e concrete per contrastare la microcriminalità che sempre più spesso è alimentata dalle difficoltà generate dalle crisi economiche e finanziarie, che a loro volta fanno dilagare povertà e disoccupazione. Ciambriello ha comunicato che ci saranno altri speciali televisivi su Julieitalia e SKY 819 per approfondire le tematiche del disagio giovanile.

Federica Urzo

Potrebbe piacerti...